La novità entrata in vigore nel 2021 e valida ancora nel 2023 per quanto riguarda il modello 730 è l’obbligo di strumenti tracciabili per poter scaricare le spese sostenute nell’anno di imposta di riferimento. Tranne alcuni capitoli di spese detraibili (spese per acquisto di farmaci o spese sanitarie tramite SSN), tutte le altre devono essere pagate con strumenti di pagamento differenti dal danaro contante. Se non si usano strumenti tracciabili di pagamento, le detrazioni non sono spettanti. Dal momento che la nuova stagione del 730 fa riferimento al 2022, chi ha pagato determinate spese senza prestare attenzione a questo obbligo, ha perduto questo diritto. Detrazioni che vengono perdute anche se non si dimostra l’utilizzo degli strumenti di pagamento previsti. Ecco perché assume rilevanza l’estratto conto, quel documento riepilogativo tanto dei conti correnti che delle carte che possono essere utilizzate per rispettare l’obbligo.
Perché serve l’estratto conto?
Per sfruttare le detrazioni e abbattere l’Irpef dovuta, i contribuenti dovranno essere in grado di documentare l’operazione di pagamento effettuata. La detrazione viene perduta nel caso in cui si utilizza il denaro contante ma anche se nonostante si sia adempiuto all’obbligo di pagamento con moneta elettronica, non si conservino le ricevute di questi pagamenti. Ricevute che devono riguardare esclusivamente la spesa che si intende scaricare dal reddito. Non sarà raro trovare anche in questo 2023, contribuenti che non sono riusciti ad adempiere in tutto a questo obbligo, magari non conservando le ricevute. Ma l’alternativa in salvaguardia esiste, ed è quella dell’estratto conto, che ogni contribuente titolare di conto corrente o titolare di carte di credito o di debito possono recuperare facilmente tramite il loro Istituto di Credito o anche tramite le diffuse applicazioni messe a disposizione dagli stessi Istituti.
Come fare per non correre rischi col 730
L’onere detraibile può essere sfruttato in presenza di versamento bancario o versamento postale o utilizzando altri sistemi di pagamento come elencati dall’articolo n° 23 del Decreto Legislativo n° 241 del 1997. Nell’elenco le già citate carte di debito, carte di credito, carte prepagate, assegni bancari, assegni circolari e carte di debito. Quando si parla di strumento tracciabile è evidente che per il Fisco significa un pagamento che lascia una sua traccia, dal soggetto che lo effettua a quello che lo incassa. Il contribuente pertanto, oltre alla fattura o allo scontrino, dovrà presentare al CAF o al professionista i documenti idonei a certificare il flusso di danaro da chi paga a chi riceve il pagamento.
Estratto conto al posto della ricevuta del POS magari non più leggibile
Se si usa la carta di credito, è sempre necessario l’estratto conto della carta per individuare i soggetti coinvolti, non essendo sufficiente e potenzialmente non più leggibile la ricevuta Pos. Per i bancomat basterebbe invece la ricevuta del Pos, ma per non correre rischi meglio presentare anche l’estratto conto bancario dove c’è riportata l’operazione di pagamento effettuata (l’estratto conto può essere usato anche da chi non si ritrova più la ricevuta del bancomat o come detto non è più leggibile). Basta anche la copia della lista dei movimenti scaricata magari da Internet e dalla propria pagina personale di Home Banking o dalla App della banca.