Come si può fare a superare una volta per tutte la legge Fornero? Possiamo definire una specie di rebus o una sorta di puzzle questa domanda. Roba da fare invidia agli appassionati di enigmistica.
Perché diciamo questo? Perché sono anni che tutti coloro che sono passati dal governo italiano, a prescindere dai colori e dai partiti, hanno provato a variare le regole previdenziali senza mai riuscirci.
Ma anche se pure il 2025 entrerà senza grandissime novità sulle pensioni, una misura di cui si parlava nei periodi immediatamente precedenti il varo della manovra però potrebbe davvero riuscire a portare in porto il risultato della riforma Fornero addio.
Stop alla riforma Fornero passando da una nuova quota 89, da una nuova flessibilità in uscita, tagli e premi.
Ormai la legge Fornero ha fatto il suo tempo. I tempi sono cambiati e intervenire sul sistema è necessario. Tutti lo sanno, tutti dicono di volerlo fare, forse tutti provavo a farlo, ma tra il dire e il fare cambia tutto. Ogni governo si è dovuto scontrare con problemi di vario genere.
Prima di tutto i conti pubblici, soprattutto quelli previdenziali sono sempre critici. Poi, da Bruxelles ormai da anni monitorano l’Italia chiedendo il rispetto dei vincoli di bilancio. Soprattutto adesso che l’Italia risulta lo Stato Membro dell’UE che più ha ottenuto in termini di aiuti dal Recovery Plan che adesso finanzia il PNRR.
Quindi, poche possibilità hanno avuto i vari governi. Sono saltate per esempio la quota 41 per tutti, misura che ormai dal 2021 la Lega per esempio propone ma che non riesce mai a portare a casa. Nonostante sia una misura che trova d’accordo anche i sindacati.
Ma è troppo onerosa anche con la versione a calcolo contributivo che sembra sia diventata l’unica strada che la rende possibile. Ma allora perché molti parlano di riforma Fornero addio?
Riforma Fornero addio, ecco quota 89, flessibilità, tagli e premi
Stop alla legge Fornero, con introduzione di una pensione flessibile che consenta ai lavoratori di uscire prima dal mondo del lavoro ma a libera scelta. Una delle più evidenti necessità del nostro sistema pensioni è proprio la mancanza di flessibilità.
E il CNEL, cioè il pool di esperti che è stato incaricato di trovare una soluzione atta a dire addio alla riforma Fornero con una proposta di nuova riforma da consegnare al parlamento, ha, tempo fa indicato una via. Per dire riforma Fornero addio, ecco quota 89, flessibilità, tagli e premi. Perché di questo tratta la proposta. Una pensione finalmente flessibile.
Con uscite ad età variabili ed a scelta del lavoratore dai 64 ai 72 anni. Con almeno 25 anni di contributi versati ma solo se la pensione arriva ad un importo non più basso di 1,5 volte l’assegno sociale.
Con in più bonus a chi rinvia l’uscita oltre i 67 anni di età e tagli o penalizzazioni per chi anticipa ed in maniera proporzionale agli anni di anticipo. Quindi, se uno stop alla riforma Fornero può arrivare, questo stop deve passare per forza da misure particolati.
E si può fare passando da una nuova quota 89, da una nuova flessibilità in uscita, tagli e premi. Perché sommando l’età minima della proposta, cioè i 64 anni di età ai 25 anni di versamenti richiesti, ecco che si arriverebbe a quota 89.