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A 63 anni e 5 mesi in pensione, ecco chi potrà andarci nel 2024, manovra approvata

Nuova Ape sociale in legge di Bilancio, ecco la nuova versione della pensione a 63 anni e 5 mesi.

Ormai ufficiale, ci sarà ancora un anno di APE sociale a disposizione dei lavoratori che potranno godere così di questo autentico reddito ponte che li accompagna alla pensione di vecchiaia ordinaria. Con il via libera definitivo alla manovra finanziaria che diventa Legge dello Stato, l’APE sociale viene prolungata come da previsioni per un altro anno. Sulla misura però grava una particolare novità che allunga l’età minima da raggiungere per poter rientrare in questo anticipo pensionistico sociale.

A 63 anni e 5 mesi in pensione nel 2024, ecco la guida alla nuova misura

L’APE sociale sarà una misura che consentirà di andare, nel 2024, a 63 anni e 5 mesi in pensione a molti contribuenti. Ci saranno soggetti quindi che potranno continuare a godere di un reddito ponte fino al raggiungimento dei 67 anni di età della pensione di vecchiaia ordinaria. Infatti la misura non è altro che una indennità di accompagnamento alla pensione, dato che cessa di essere erogata a 67 anni. Dal punto di vista delle platee dei beneficiari, la misura si rivolge alle solite 4 particolari categorie che sono:

  • gli invalidi;
  • i caregivers;
  • i disoccupati;
  • gli addetti ai lavori gravosi.

La novità per quanto riguarda i lavori gravosi è la mancata conferma dell’estensione per il biennio 2022-2023 del numero di attività di lavoro gravoso previste. Le attività di lavoro gravoso quindi ritornano ad essere le 15 previste inizialmente dopo la la Legge di Bilancio 2017 e quella 2018.

Ecco i requisiti dell’Ape sociale 2024

Altra novità della misura è quella relativa al divieto di cumulo dei redditi da pensione con quelli derivanti dall’APE sociale con i redditi derivanti da altri lavori. L’unica eccezione come per la Quota 103 è quella relativa al lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito annuo. Per poter accedere alla misura, gli invalidi devono avere oltre ai 63,5 anni di età, anche 30 anni di contributi versati ed una invalidità civile minima pari ad almeno il 74%. Stessi anni di contributi per i disoccupati che però devono aver terminato di percepire l’intera NASPI spettante dopo aver perso involontariamente il proprio posto di lavoro. Per i caregiver resta fissato anche il vincolo della convivenza e assistenza del parente stretto disabile che deve essere iniziata da almeno sei mesi prima della presentazione della domanda di pensione. Per i gravosi resta confermato il vincolo di durata del lavoro logorante. Infatti questa attività deve essere stata svolta per almeno 6 degli ultimi 7 anni di carriera o per almeno 7 degli ultimi 10 anni. Il tetto massimo della pensione che si può prendere con l’APE sociale resta pari a 1.500 euro.