Ci sono delle regole nel sistema pensioni italiano che se male interpretate possono fare danni. Perché finiscono con il far perdere il diritto alla pensione per il lavoratore. Ci sono dei periodi di assenza di contribuzione obbligatoria da lavoro, che possono però essere utili a determinate misure di pensionamento, anche anticipato.
Come incidono sulla pensione i contributi figurativi
A volte un periodo di contribuzione figurativa, se riscattato, permette di andare in pensione prima. Ma altre volte il trasformare determinati periodi e renderli utili alla pensione può causare l’esatto contrario, facendo perdere il diritto alla pensione. L’anno del servizio militare o gli anni dedicati allo studio universitario per esempio, sono coperti da contribuzione figurativa. ma deve essere il lavoratore a chiederne il riscatto che per esempio con il servizio militare è gratuito. Fino a quando questo periodo non viene trasformato, è come se non fosse stato svolto. Conviene riscattare questi periodi? A volte un riscatto, finisce con il far perdere il diritto alla prestazione che invece spettava.
I contributi figurativi tra riscatto e non
Le regole generali di pensionamento, sono differenti tra chi ha iniziato a lavorare prima e chi dopo il 1996. Per esempio ci sono differenze sia per la pensione di vecchiaia, che per la pensione anticipata. Nel primo caso i lavoratori privi di carriera al 31 dicembre 1995 devono completare un requisito in più per godere della pensione di vecchiaia a 67 anni. Per le anticipate invece, chi non ha versamenti al 31 dicembre 1995, ha diritto ad una prestazione anticipata a 64 anni sempre con 20 anni di contributi come ne servono alla generalità dei lavoratori a 67 anni.
La pensione anticipata contributiva
Riscattare il periodo di studio universitario può consentire di rendere utili alla pensione fino a 5 anni, sempre che il periodo sia terminato con il titolo di studio conquistato. Ed i 5 anni di contributi recuperati, anche se figurativi, sono utili sia al calcolo dell’importo della pensione che al diritto. Basti pensare a chi mancano proprio 5 anni di contributi per arrivare ai 20 anni utili alla pensione di vecchiaia. A volte però questi periodi finiscono con il danneggiare. Per esempio, si può perdere il diritto alla pensione a 64 anni. La pensione anticipata contributiva si centra con 64 anni di età e 20 anni di contributi versati ma con trattamento pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale. Occorre però che non ci siano contributi a qualsiasi titolo versati prima del 1996. Il riscatto del militare o della laurea in questo caso può far diventare retributivo un contributivo puro, portandolo fuori dal perimetro della pensione anticipata contributiva.
Pensione di vecchiaia a 67 anni
Sempre chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 deve completare un terzo requisito, come dicevamo, per poter sfruttare la pensione di vecchiaia ordinaria. Oltre ai 67 anni di età ed oltre ai 20 anni di contributi versati, serve una pensione superiore a 1,5 volte l’assegno sociale. Se la pensione è più bassa, l’interessato non potrà uscire a 67 anni ma rimandare il pensionamento a 71 anni. In questo caso, riscattando il militare o lo studio universitario, si diventerebbe retributivi. E per questi la pensione di vecchiaia si centra sempre e comunque a 67 anni, a prescindere dall’importo del trattamento.