Addio a cartelle e debiti nel 2025, ecco quali non saranno più da pagare e da dove deriva questa novità. Addio a cartelle e debiti nel 2025, ecco quali non saranno più da pagare e da dove deriva questa novità.

Addio a cartelle e debiti nel 2025, ecco quali

Addio a cartelle e debiti nel 2025, ecco quali non saranno più da pagare e da dove deriva questa novità.

C’è una parola magica che è sempre ricorrente in materia di cartelle esattoriali, debiti e contribuenti gravemente indebitati. La parola magica è prescrizione.
Milioni di contribuenti sperano nella prescrizione per non pagare i debiti. Sperano che le cartelle esattoriali scadano così da “farla franca”. E a dire il vero c’è chi potrà effettivamente dire addio a cartelle e debiti nel 2025.

Addio a tutte queste cartelle e questi debiti nel 2025

Anche le cartelle esattoriali alla pari di tasse, multe e balzelli sono assoggettate a prescrizione. Una prescrizione che per esempio per la stragrande maggioranza dei pagamenti dovuti da un contribuente è di 5 anni. Certo, ci sono i debiti nei confronti dello Stato che scadono in 10 anni. Ma se si parla di cartelle relative a imposte dovute alle amministrazioni centrali, le imposte scadono in 10 anni, mentre le sanzioni e gli interessi che fanno capolino sempre nelle cartelle, si prescrivono in 5 anni.
Pertanto, partiamo con il concetto che su una cartella esattoriale di questo genere, sulla quale il contribuente non ha avuto notizie per 5 anni, dal primo gennaio 2025 le sanzioni e gli interessi possono essere sgravati. Resterebbe da pagare solo l’imposta o la tassa evasa. Questo vale per esempio per Irpef e Irap.

Ecco i debiti che si prescrivono nel 2025

Ma per le cartelle esattoriali che riguardano tasse e balzelli di enti locali o multe per violazioni del Codice della Strada, se sono vecchie di 5 anni e non sono arrivate notifiche e solleciti che restano atti che interrompono la prescrizione, ecco che l’intero debito può considerarsi prescritto.

Saranno per lo più i debiti e le cartelle relative al 2019 a finire in prescrizione nel 2025. Si tratta di debiti a scadenza in 5 anni come possono essere omessi pagamenti di contratti di affitto, spese di condominio, tasse ai Comuni come l’Imu, bollette telefoniche non pagate. Se parliamo di cartelle, addio a quelle su mancati contributi Inps per esempio, o su omesso versamento Imu e Tasi e così via dicendo. Addio a cartelle o debiti relativi a Iva, Irpef o Irap, ma solo se sarai 2014 visto la loro prescrizione di 10 anni.
Si annullano in 12 mesi e quindi non sono dovute le bollette della luce e del gas emesse nel 2023. Addio ai bolli auto da pagare se riferiti al 2021.

Anche la riforma della riscossione annulla delle cartelle esattoriali

Sempre nel 2025, stavolta non per la prescrizione ma per via della riforma della riscossione, cancellazione automatica delle cartelle vecchie di 5 anni su cui l’Agenzia delle Entrate Riscossione ha deciso che non sia più possibile incassare. Anche questo provvedimento rientra nel novero dei debiti e delle cartelle non più dovute nel 2025.
Una novità questa che a dire il vero cancella la cartella ma non necessariamente il debito. Infatti è il concessionario alla riscossione a cancellare la cartella, ma riprendendo il debito all’ente da cui è partito. Per esempio, riprendendo indietro un bollo auto alla Regione piuttosto che l’Imu ad un Comune. Ritenendo non incassabile la cartella l’Agenzia delle Entrate Riscossione la invierà al mittente, in modo tale che sia l’ente a decidere se avallare la decisione del concessionario, cancellando il debito o ripartendo alla carica, per via terza tramite altro concessionario o dandolo di nuovo in affidamento all’Agenzia delle Entrate Riscossione.