Il 2026 potrebbe essere l’anno della svolta per il sistema pensionistico italiano. Dopo oltre un decennio dalla sua introduzione, la Legge Fornero sembra avviarsi verso un superamento parziale o, secondo le ipotesi più audaci, una vera e propria abrogazione. Il Governo è al lavoro per disegnare una riforma che garantisca maggiore flessibilità in uscita, sostenibilità per i conti pubblici e maggiore equità tra generazioni.
Cosa prevede la Legge Fornero e perché è criticata
Introdotta nel 2011 in un contesto di emergenza economica, la Legge Fornero ha innalzato in modo drastico l’età pensionabile, legandola anche all’aspettativa di vita. Se da un lato ha contribuito alla tenuta dei conti pubblici, dall’altro è stata spesso criticata per la sua rigidità, che ha colpito soprattutto i lavoratori più fragili e chi svolge mansioni usuranti.
Il Governo sta valutando diversi scenari, in vista di una riforma organica da inserire nella prossima Legge di Bilancio. Tra le ipotesi più discusse:
- Quota 41 per tutti: in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. È la misura più richiesta dai sindacati, ma anche quella con il maggiore impatto sui conti;
- Quota 104 o 103 modulata: si ipotizza un sistema flessibile con somma tra età anagrafica e contributi, da calibrare in base a profilo lavorativo e reddito;
- uscita flessibile dai 62 anni: con penalizzazioni progressive per chi esce prima rispetto all’età di vecchiaia (oggi fissata a 67 anni);
- riconoscimento del lavoro gravoso e di cura: bonus contributivi o anticipi per donne, caregiver e addetti a lavori usuranti.
Cosa resta della Legge Fornero
Difficilmente si andrà verso una cancellazione totale perchè la Legge Fornero potrebbe restare come binario principale per chi non accede alle opzioni flessibili. In pratica, si punterebbe a una riforma a più vie, che consenta una maggiore personalizzazione dell’uscita dal lavoro.
Il vero ostacolo resta la compatibilità finanziaria. Con una popolazione sempre più anziana e un tasso di natalità ai minimi storici, ogni allentamento dei requisiti pensionistici pesa sulle future generazioni. Il Governo starebbe valutando anche interventi su pensioni d’oro, incentivi per la previdenza integrativa e rafforzamento dei fondi pensione.
Quando arriverà la riforma pensioni?
La riforma è attesa entro fine 2026, con possibile avvio scaglionato a partire dal 2027. Sindacati e parti sociali sono stati convocati per un confronto continuo, che dovrebbe portare a una soluzione condivisa.