Tre misure che dovevano scadere il 31 dicembre 2024 invece sono state confermate dal governo per il 2025. Quindi, tre misure che si aggiungono alle tante altre in vigore che permettono di uscire dal mondo del lavoro a requisiti variabili da misura a misura. Eppure non tutti i lavoratori del 2025 potranno andare in pensione nonostante arriveranno a compiere i canonici 67 anni di età per andare in pensione con la quiescenza di vecchiaia ordinaria. Ma perché c’è chi ha 67 anni di età rischia di non poter andare in pensione? La risposta è semplice e parte del meccanismo meccanismo determinante enorme
Addio alla pensione, ecco i penalizzati del 2025 anche con 67 anni
Andare in pensione a 67 anni di età può essere considerata la norma perché effettivamente nel sistema italiano 67 anni di età è la cosiddetta età pensionabile. Detto questo, bisogna però sottolineare il fatto che ci saranno contribuenti che non potranno pensionarsi a 67 anni di età. E non perché, come sembra, il governo abbia deciso di inserire un premio a chi rinvia la pensione oltre i requisiti già raggiunti. O almeno non solo. Perché in questo caso il fatto che qualcuno a 67 anni di età non riesce ad andare in pensione dipende da una sua scelta. Ovvero, dipende dal fatto che un lavoratore accetta un bonus per restare al lavoro. Ciò di cui parliamo oggi è il fatto che ci saranno lavoratori che nonostante i 67 anni di età non andranno in pensione per via delle norme che regolano l’accesso alla pensione nel sistema contributivo.
Come funziona la quiescenza per i contributivi puri e quali rischi ci sono
Il rischio di non poter andare in pensione a 67 anni di età riguarda soprattutto i cosiddetti contributivi puri. Parliamo di contribuenti che hanno il loro primo accredito a qualsiasi titolo successivo al 1995. Pertanto si parla solo dei nuovi iscritti, altrimenti detti contributivi puri. Infatti questi soggetti per andare in pensione devono rispettare un requisito aggiuntivo che può sembrare facile da raggiungere ma come vedremo effettivamente non lo è. La pensione a 67 anni di età come contributivo puro infatti si centra una volta arrivati a 67 anni di età, con 20 anni di contributi versati ma con l’aggiunta dell’importo soglia della pensione. Chi non raggiunge la pensione minima prevista, non può andare in pensione.
Attenti all’importo soglia della pensione a 67 anni
Il governo nel 2024 ha ridotto questa soglia, perché fino al 2023 era pari ad 1,5 volte l’assegno sociale. Oggi invece per poter andare in pensione a 67 anni, bisogna arrivare ad un trattamento pari almeno all’assegno sociale in vigore nell’anno di uscita.
Oggi ci vuole una pensione pari almeno a 534,41 euro al mese. Nel 2025 con l’aumento dell’assegno sociale al tasso di inflazione, probabilmente si arriverà a 540 euro circa al mese. Poco? Sicuramente si, ma non è un limite da sottovalutare per chi intende andare in pensione. Infatti le pensioni calcolate interamente con il sistema contributivo per chi non ha versamenti prima del 1996, non gode di maggiorazioni, integrazioni al trattamento minimo e importi aggiuntivi. Tutto ciò che prende un pensionato è dovuto dai versamenti che ha effettuato. Quindi, non è raro trovare soggetti che a fronte di 20 anni di versamenti non riescono a guadagnare una pensione di importo superiore a 500 euro. Come detto in questo caso la pensione potrebbe non spettare.
La via di uscita arriva comunque, ma solo a 67 anni di età
Parlare di penalizzati non è esagerato visto che basta anche un solo contributo versato prima del 1996 e la pensione a 67 anni con 20 anni di contributi viene concessa a prescindere dall’importo. Un contributivo puro che finisce dentro questo cavillo perdendo la pensione a 67 anni, non potrà fare altro che attendere i 71 anni di età, quando non solo viene meno l’importo minimo della pensione, ma quando si può andare in pensione anche solo con 5 anni di versamenti.