Addio pensione a 67 anni, ecco il triste 2025 per questi soggetti

Ecco chi deve dire addio alla pensione a 67 anni e perché il 2025 può essere triste per questi soggetti.

L’obiettivo di molti lavoratori e contribuenti italiani è arrivare a 67 anni di età. Perché proprio a 67 anni? Perché questa è l’età pensionabile in vigore anche nel 2025. Significa che a 67 anni di età si va in pensione con la quiescenza di vecchiaia ordinaria. Ma c’è anche a chi non basterà arrivare all’età di 67 anni per completare finalmente il suo obiettivo e ottenere finalmente una pensione. Potrà sembrare una cosa strana questa, ma è quello che succede nella realtà dei fatti a tanti lavoratori e contribuenti. Un rischio che corrono in tanti, e man mano che passano gli anni tra precariato, lavoro intermittente, disoccupazione e così via dicendo, sono sempre di più a correrlo.

Addio pensione a 67 anni, ecco il triste 2025 per questi soggetti

La pensione è un diritto ma solo per chi raggiunge i requisiti di una delle varie misure che permettono di uscire dal mondo del lavoro. E nei requisiti non c’è solo l’età naturalmente, perché va in pensione anche chi ha versato regolarmente i contributi durante la propria carriera lavorativa, ed ha raggiunto le soglie minime previste. Che per la pensione a 67 anni equivale a 20 anni di versamenti almeno. Ma ci sono diversi motivi per cui una persona di 67 anni potrebbe trovarsi priva di un assegno pensionistico. Il primo è senza dubbio quello di una carriera inferiore ai 20 anni prima citati. Pochi contributi versati ed ecco che la pensione non spetta, nemmeno a 67 anni di età.

I motivi di una pensione che non si prende nemmeno a 67 anni sono tanti

Il motivo più comune sicuramente è questo. E non sono pochi quelli che pur arrivati a 67 anni finiscono con il non ricevere la pensione. I requisiti contributivi minimi previsti dalla legge in Italia, vanno sempre rispettati. E come detto, per ottenere la pensione di vecchiaia, è necessario aver accumulato almeno 20 anni di contributi. Ma chi ha avuto discontinuità lavorativa, ha lavorato a carattere stagionale, come precari o peggio ancora, chi ha lavorato in nero, è evidente che si trova adesso privo di quel minimo indispensabile per il pensionamento.

Senza i 20 anni di versamenti niente pensione

Chi si trova con meno di 20 anni, non ha diritto alla pensione di vecchiaia. A 67 anni per un soggetto di questo tipo le soluzioni sono tre. Una è il continuare a lavorare e versare contributi fino a raggiungere i requisiti necessari. La seconda è versare i contributi volontari, ovvero chiedere all’INPS di essere autorizzato a proseguire i versamenti fino a raggiungere i 20 anni previsti. La terza è l’assegno sociale, ovvero la prestazione appannaggio di chi non ha il diritto ad una pensiona propria. Ma attenzione, questa prestazione ha dei limiti reddituali ben precisi. Possono avere accesso all’assegno sociale solo quanti hanno redditi non superiori allo stesso assegno sociale, che nel 2025 sarà pari a 536,69 euro al mese.

Il sistema contributivo, il lavoro precario e le difficoltà ad andare in pensione nel 2025

Le cause che possono portare a non poter prendere una pensione nemmeno a 67 anni possono essere anche quelle di importo della pensione. Infatti chi ha iniziato a versare contributi dopo il 1995, oltre ai 67 anni di età e ai 20 anni di versamenti, deve riuscire a prendere una pensione senza integrazioni e maggiorazioni, non inferiore all’assegno sociale. Chi arriva ad un importo inferiore, non può andare in pensione se non arriva a 71 anni, quando inoltre bastano solo 5 anni di versamenti per poter accedere lo stesso alla quiescenza.

Inoltre, ci sono dei lavoratori che pur avendo lavorato per almeno 20 anni si trovano ad avere meno contributi versati. Si tratta di chi ha lavorato con contratti part-time o con contratti di collaborazione, a progetto e così via. In questi casi i contributi versati in un anno potrebbero essere stati in misura ridotta rispetto al minimale previsto dall’INPS per la copertura dell’intera annualità.