La legge Fornero ha introdotto il meccanismo di indicizzazione automatica dell’età pensionabile in base all’aspettativa di vita Istat prevedendo un incremento dell’età per accedere alla pensione di 3 mesi ogni biennio.
Anche se il nostro è un Paese ad elevato invecchiamento questo meccanismo appare assai perverso al punto che il precedente governo ha bloccato quello che avrebbe dovuto essere nel biennio 2021 2022, lasciando di fatto l’età di accesso a tutte le pensioni invariata fino alla fine del 2022.
Inoltre è stata prevista anche la cristallizzazione dei requisiti di accesso alla pensione anticipata (che richiede 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne) fino al 2026: fino alla fine del 2026 i requisiti della pensione anticipata (ma anche della quota 41) non subiranno aumenti per effetto del meccanismo di adeguamento.
Alla scadenza di questa cristallizzazione la misura che blocca l’aumento sarà rivista e riproposta oppure eliminata lasciando che anche queste due misure subiscano l’incremento biennale del requisito di accesso?
Si porrà, inoltre, un freno all’aumento dell’età pensionabile per accedere alla pensione di vecchiaia che nel giro di 8 anni (a partire dal 2023) arriverà a richiedere 68 anni di età?
Anche se il nostro Paese conta tanti anziani e la speranza di vita sale è da tenere presente anche che con l’avanzare dell’età diventa sempre più difficile continuare a svolgere il proprio lavoro tutti i giorni, tutte le settimana e tutti i mesi dell’anno.
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