Il post Reddito di Cittadinanza si chiama Assegno di Inclusione. Due misure differenti anche se possono sembrare simili. Differenti come platee, come importi e soprattutto come regole. Prendere il nuovo sussidio rispetto a quello del passato è già più complicato. Obblighi, controlli, adempimenti e regole sono più ferree e restrittive. Ma anche continuare a prenderlo dopo aver ottenuto l’ok da parte dell’INPS è altrettanto più complicato.
Gli appuntamenti in calendario per i beneficiari dell’ADI
Dopo le mensilità di gennaio e febbraio, per molti marzo sarà il terzo mese di fruizione. C’è chi ha presentato domanda già dopo il 18 dicembre 2023. Perché quella è la data a partire dalla quale la misura è entrata ufficialmente in azione. E sempre a dicembre c’è chi ha sottoscritto il PAD, ovvero il patto di attivazione digitale. Infatti senza PAD niente sussidio. L’obbligo di iscriversi nella piattaforma SIISL infatti per l’ADI è preventivo rispetto alla liquidazione della domanda. Per il RDC invece tutto avveniva dopo. Con il mese di marzo si avvicina il primo fondamentale adempimento postumo rispetto alla liquidazione del sussidio. Infatti entro 120 giorni dalla data di sottoscrizione del PAD ecco che gli interessati devono recarsi al servizio sociale del comune per la profilazione. Infatti l’INPS manda al servizio sociale di ogni Comune l’elenco con i nominativi dei beneficiari del nuovo sussidio. La presentazione ai servizi sociali è obbligatoria, pena la decadenza dal beneficio.
ISEE da rinnovare, ecco quando è necessario per continuare a prendere l’Assegno di Inclusione
Dopo la presentazione ai servizi sociali, bisogna stare attenti ad un’altra scadenza in calendario. Ogni 3 mesi, cioè ogni 90 giorni, bisogna tornare dai servizi sociali (ma pare che si possa fare tutto anche al Patronato), per la verifica dei miglioramenti avuti nel programma che gli stessi servizi sociali hanno avviato in base al profilo del beneficiario. Parliamo dei programmi di nuova integrazione sociale del beneficiario del sussidio. Anche in questo caso addio Assegno di Inclusione se non ci si presenta nei termini a questi appuntamenti periodici. Un ultimo caso che può portare alla perdita del beneficio è relativo all’ISEE. Chi ha preso gennaio e febbraio, anche senza il nuovo ISEE, avrebbe dovuto rinnovarlo entro la fine di febbraio per prendere l’ADI anche a marzo. Infatti i primi due mesi di sussidio sono in salvaguardia, con l’INPS che ha collegato la richiesta all’ISEE 2023, anche se scaduto. Nei mesi prossimi invece dovranno stare attenti alla scadenza dell’ISEE corrente quelli che hanno preso l’Assegno di Inclusione grazie a questo ISEE che scade dopo 6 mesi. Per continuare a prendere il sussidio bisogna rinnovare l’ISEE corrente, perché l’INPS altrimenti collegherà la domanda all’ISEE ordinario.