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Ai vedovi potrebbero spettare oltre 3.000 euro di arretrati

Ecco in quali casi a chi percepisce la pensione di reversibilità spettano arretrati per oltre 3 mila euro.

Ai vedovi potrebbero spettare oltre 3.000 euro di arretrati se non sanno di aver diritto a questa maggiorazione e non hanno presentato la domanda. La normativa previdenziale italiana prevede talmente tante sfaccettature che non sempre è facile comprendere a cosa si ha diritto e a cosa no. Potrebbero spettare, quindi, dei benefici di cui non si è a conoscenza e finché non si presenta apposita domanda non vengono riconosciuti.

Proprio per questo la normativa stessa prevede che possano spettare, sui benefici in questione, arretrati fino a 5 anni precedenti la domanda. E potrebbe essere il caso dei vedovi a cui spetta una specifica maggiorazione, quella contenuta nelle tabelle ANF.

I vedovi che ne hanno diritto devono fare domanda

Alla perdita del coniuge, il superstite ha diritto alla pensione di reversibilità. La quota spettante è del 60% dell’assegno percepito in vita dal defunto. La prestazione potrebbe spettare anche ai figli, fermo restando sempre il diritto alla propria quota del coniuge. Se con il superstite vive un figlio a carico la quota di pensione di reversibilità sale all’80%, mentre se i figli a carico conviventi sono due o più spetta il 100% dell’assegno percepito in vita dal defunto.

In alcuni casi al vedovo, oltre alla pensione di reversibilità spetta anche l’assegno di vedovanza. Si tratta di una maggiorazione riconosciuta sul trattamento ai superstiti che spetta, però, soltanto in alcuni specifici casi. La maggiorazione è data dall’assegno al nucleo familiare spettante ai nuclei familiari composti solo da maggiorenni inabili diversi dai figli.

L’assegno di vedovanza spetta nella misura di:

  • 19,59 euro al mese se il reddito del vedovo va dai 33.274,23 euro ai 37.325,55 euro;
  • di 52,91 euro al mese se il reddito è fino a  33.274,22 euro.

I vedovi hanno diritto a 5 anni di arretrati

La maggiorazione alla pensione di reversibilità spetta nel caso che si sia titolari di pensione di reversibilità derivante da lavoro subordinato nel settore privato e solo nel caso che il vedovo sia invalido al 100% (totalmente e permanentemente inabile al lavoro).

Può capitare, però, che il vedovo avente diritto a questa maggiorazione non la richieda espressamente all’Inps. Questo, proprio come gli assegni al nucleo familiare, è uno di quei diritti che senza apposita domanda non viene riconosciuto.

La maggiorazione, quindi, può essere chiesta espressamente al momento di domanda della pensione di reversibilità, e in questo caso l’importo è riconosciuto insieme a quello della pensione. Se non sia richiesto contestualmente sarà necessario presentare una domanda di ricostituzione della pensione di reversibilità che permette di calcolare l’importo di pensione spettante comprensivo di maggiorazione.

Quando l’assegno è richiesto in un momento successivo rispetto alla pensione di reversibilità, al vedovo possono essere riconosciuti fino a 5 anni di arretrati pari a 3.174,6 euro.

Chi, pur avendone diritto, quindi, non ha ancora richiesto questa maggiorazione deve affrettarsi a presentare domanda. Per farlo ci si può far aiutare anche da un patronato, almeno si è sicuri di non commettere errori. La raccomandazione, però, è quella di non assaltare i centri di assistenza fiscale per la presentazione della richiesta se non si è in possesso dei requisiti per avere diritto al trattamento che ricordiamo sono:

  • il defunto doveva essere un dipendente del settore privato;
  • il superstite deve essere invalido al 100%.

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