Ai vedovi oltre alla pensione di reversibilità potrebbe spettare anche l’assegno sociale fino a un importo di 534 euro al mese. Assegno sociale e pensione di reversibilità sono cumulabili? All’uomo o alla donna che perde il coniuge pensionato è riconosciuta una quota della pensione che percepiva il defunto. La quota spettante, in mancanza di figli a carico, è pari al 60% dell’importo percepito dal defunto di pensione.
Se il coniuge che viene a mancare, invece, non era ancora pensionato spetta la pensione indiretta: il funzionamento è lo stesso della pensione di reversibilità, ma l’importo spettante è calcolato sulla pensione presunta che al defunto sarebbe spettata al momento del decesso in base ai contributi versati.
Queste due prestazioni sono state pensate per permette al vedovo di continuare a vivere in modo dignitoso una volta che viene a mancare il reddito del coniuge. Le pensioni ai superstiti, solitamente, sono pienamente cumulabili con le pensioni dirette.
Riduzioni pensione di reversibilità
Sono previste per il coniuge superstite delle riduzioni alla pensione di reversibilità che percepisce e nello specifico:
- nessuna riduzione per redditi che non superano i 23.345,79 euro annui;
- riduzione del 25% per redditi tra 23.345,79 euro e 31.127,72 euro;
- riduzione del 40% per redditi tra 31.127,72 euro e 38.909,65 euro;
- riduzione del 50% per redditi oltre 38.909,65 euro.
Fatto il punto sulla pensione di reversibilità scopriamo come funziona l’assegno sociale.
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Assegno sociale come funziona
L’assegno sociale è riconosciuto al soggetto che versa in una condizione di disagio economico al raggiungimento dei 67 anni di età, se non c’è il diritto a una pensione diretta.
Questo significa che l’assegno sociale è strettamente legato al reddito di chi lo percepisce ed ha un importo di 534,41 euro al mese. Per averne diritto è necessario avere un reddito annuale inferiore a:
- 6.947,33 euro per chi è solo;
- 13.894,66 euro e chi è coniugato (sommando redditi propri con quelli del coniuge).
Da sottolineare che i 534,41 euro al mese spettano solo in caso di reddito uguale a zero, per chi ha un reddito inferiore alla soglia sopra indicata, ma non nullo, si riceverà un importo ridotto dell’assegno sociale che è pari alla differenza tra l’importo limite e il reddito percepito.
Supponiamo che un vedovo abbia un reddito di 100 euro al mese. Il limite di reddito per chi è solo è dato dall’importo annuo che spetta con l’assegno sociale e pertanto, la riduzione dell’assegno sociale in presenza di un reddito mensile di 100 euro è pari a 434,41 euro al mese per tredici mensilità.
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Quando spettano sia pensione che assegno?
Se un vedovo percepisce l’assegno sociale, al decesso del coniuge avrà diritto anche alla pensione di reversibilità? La risposta è sì, anche se per le tasche del pensionato la cosa non fa alcuna differenza.
Supponiamo che come pensione sociale spetti un importo di 450 euro al mese: l’assegno sociale è ridotto a 84,41 euro al mese, importo che permette di raggiungere, sommato alla pensione di reversibilità i 534,41 euro.
L’assegno sociale, infatti, in presenza di altri redditi si riduce e anche se apparentemente per il pensionato economicamente non cambia nulla, possiamo affermare con certezza che è sempre meglio chiedere la pensione di reversibilità per due motivi fondamentali:
- la pensione di reversibilità resta invariata anche se si percepiranno, in futuro altri redditi, mentre l’assegno sociale potrebbe essere revocato al superamento della soglia minima;
- con la pensione di reversibilità si può lasciare l’Italia anche per un periodo superiore ai 30 giorni, mentre con l’assegno sociale no.