Molte famiglie con il Reddito di Cittadinanza prendevano più soldi rispetto all’Assegno di Inclusione. Significa che da una misura all’altra, per quelle di contrasto alla povertà con la misura la situazione è peggiorata come cifre e come platea dei beneficiari. E adesso con il primo rateo di gennaio, l’Assegno di Inclusione entra nel suo secondo anno di funzionamento. E per il 2025 qualcuno che corre il rischio di prendere di meno rispetto al solito, la paura è tanta.
Una cattiva notizia che non dipende dal fatto che nel 2025 cambiano i requisiti della misura, perché le novità faranno crescere di importo l’Assegno di Inclusione. Tutto dipende dal nuovo ISEE e da un errore che possono commettere i beneficiari.
L’errore da non commettere per non compromettere il valore dell’Assegno di Inclusione
Il diritto all’Assegno di Inclusione come era quello al Reddito di Cittadinanza o di qualsiasi altra misura assistenziale erogata dall’INPS parte da redditi e soprattutto dall’ISEE. Ma in base a redditi ed ISEE variano anche gli importi del sussidio oltre che il diritto a percepirlo.
Innanzitutto serve un ISEE in corso di validità. E naturalmente a gennaio bisogna correre ai ripari, andando a rinnovare quanto prima l’ISEE.
Ma di ISEE ce ne sono tanti. E ci sono tanti beneficiari dell’Assegno di Inclusione che hanno percepito un sussidio nel 2024, per alcuni mesi basato sull’ISEE corrente.
Infatti chi ha subito sostanziali cali di reddito e patrimonio rispetto al 2022 (magari già nel 2023 o nel 2024), ha provveduto senza dubbio a chiedere l’ISEE corrente dopo aver ottenuto l’ISEE ordinario. E per i 6 mesi di validità dell’ISEE corrente, l’Assegno di Inclusione è stato calcolato dall’INPS in base a questo ISEE, che è diventato pertanto l’ISEE in corso di validità.
ISEE ordinario ed ISEE corrente cosa cambia?
La discordanza di validità tra ISEE ordinario ed ISEE corrente finisce spesso con il determinare ricariche mensili diverse da un mese all’altro di Assegno di Inclusione.
Per esempio c’è chi a inizio 2024 ha presentato la domanda di Assegno di Inclusione dopo aver ottenuto un ISEE ordinario prendendo per qualche mese un Assegno di Inclusione calcolato in base all’ISEE ordinario che faceva riferimento all’anno 2022. Se in quegli anni il reddito del diretto interessato è stato più alto, frutto magari di un’attività lavorativa svolta, è evidente che l’importo dell’Assegno di Inclusione è stato più basso in quei mesi.
Poi una volta ottenuto l’ISEE corrente al posto dell’ordinario, l’INPS ha ricalcolato l’importo della prestazione finendo con il concedere per tutti i mesi in cui l’ISEE corrente è stato in validità, una ricarica maggiore di Assegno di Inclusione. Ma l’ISEE corrente dura solo 6 mesi e una volta scaduto torna ad essere valido l’ISEE ordinario.
Altro che aumenti, a gennaio l’Assegno di Inclusione potrebbe ridursi di molto
Quindi, il problema è che alla scadenza dell’ISEE corrente senza il rinnovo da parte del diretto interessato l’ Assegno di Inclusione torna inevitabilmente ad essere più basso. E se il ritorno ad una ricarica più bassa si trascina a dicembre, è probabile che a gennaio a prescindere da un ISEE 2025 più basso, gli interessati percepiscono un trattamento basso come a fine 2024.
Le vere novità in arrivo a febbraio
Il problema infatti è che il mese di gennaio inteso come mese di ricarica dell’ADI è pagato sempre, anche se non si provvede a rinnovare immediatamente l’ISEE.
Di fatto viene liquidata la ricarica in base all’ISEE 2024, l’ultimo in corso di validità e quindi l’ISEE ordinario. Chi ha commesso questo errore davvero grossolano, cioè non ha rinnovato l’ISEE corrente per fine 2024, rischia di prendere una prima ricarica 2025 bassa di importo. E non si recupera più la differenza. Pertanto, chi non riesce a rinnovare l’ISEE corrente in questi ultimi giorni del 2024, non potrà che andare a rinnovare l’ISEE quanto prima a gennaio. E parliamo di ISEE 2025. Perché solo così potrà permettere all’INPS di calcolare la ricarica in pagamento il 27 gennaio, in base ad un livello ISEE 2025 più basso rispetto all’ISEE ordinario 2024. Sempre che non sia necessario anche per il 2025 un ISEE corrente. In questo caso non solo l’interessato è tenuto a rinnovare quanto prima l’ISEE ordinario, ma anche a richiedere immediatamente dopo l’ISEE corrente.