Non hai ancora i requisiti per andare in pensione perché non hai l’età giusta per una qualsiasi misura o non hai la giusta carriera contributiva? Niente paura, perché di soluzioni che consentono di mettersi a riposo prima del previsto, finendo di fatto con l’essere accompagnati alla pensione piano piano esistono.
Oggi vedremo come, anche senza pensione un lavoratore può mettersi a riposo di fatto due anni prima, magari rimandando la pensione al 2026, ma finendo di lavorare subito.
Anche senza pensione, lo sai che puoi lasciare il lavoro a 57 anni? strano ma vero, ecco la soluzione
Per andare in pensione a 57 anni di età per come funziona oggi il nostro sistema pensioni ci vuole una sorta di miracolo. Bisogna aver iniziato a lavorare davvero giovani, ben prima dei 18 anni di età in modo tale da completare i 43 anni circa di contributi necessari alle pensioni anticipate ordinarie e pure per la quota 41 per i precoci cambia poco visto che servono 41 anni di versamenti. Eppure, proprio questa misura permette di anticipare se non proprio la pensione, quanto meno l’uscita dal lavoro.
In pratica, anche se andare in pensione a 57 anni non è possibile, essere accompagnati per due anni dall’INPS e uscire a 59 anni di età è una cosa assolutamente possibile.
Con 57 anni di età e 39 di contributi si può dire basta con il lavoro
Prendiamo subito ad esempio un lavoratore che oggi ha appena completato i suoi 39 anni di carriera ed ha 57 anni di età. Pochi per la pensione anticipata ordinaria, dove abbiamo detto che servono 43 anni circa di contributi.
E pochi pure per la quota 41 precoci. La quota 41 per i precoci però è una misura che può essere percepita al termine del periodo di disoccupazione. In pratica, se questo lavoratore perde il lavoro involontariamente e può percepire la Naspi, questa indennità lo può portare alla pensione.
Infatti la Naspi si può prendere fino a massimo 24 mesi per chi viene da 4 anni almeno di lavoro ininterrotto.
Oltre all’indennità la Naspi garantisce la copertura figurativa. Significa che per i due anni indennizzati da Naspi il lavoratore matura due anni di contributi, anche se figurativi. E sono contributi validi sia per il diritto che per il calcolo della pensione.
Prima la Naspi, poi la quota 41 per i precoci
Per i lavoratori che possono far valere 12 mesi di contribuzione effettiva prima dei 19 anni di età se perfezionano, entro il 31 dicembre 2026, 41 anni di contribuzione, possono andare in pensione a prescindere dall’età con la quota 41 per tutti. Ma devono essere alternativamente invalidi, caregivers, addetti ai lavori gravosi o disoccupati.
I disoccupati però devono provenire da una interruzione del rapporto di lavoro a seguito di licenziamento individuale o collettivo, dimissioni per giusta causa, risoluzione consensuale del contratto o scadenza contratto a termine.
Perché devono essere prima beneficiari della Naspi, e devono prenderla tutta per intero e solo decorsi tre mesi dall’ultima Naspi percepita, possono presentare domanda di quota 41 per i precoci. Un soggetto con 57 anni di età e 39 anni di contributi in questo modo fa in tempo ad arrivare nel 2026, con la misura ancora attiva, a 59 anni di età maturando, grazia ai 2 anni di figurativi da Naspi, i 41 anni richiesti.
Pensione anticipata con 35 anni di contributi effettivi, cosa significa?
Occhio però ai 35 anni di contributi effettivi da raggiungere. Perché dei 41 anni di versamenti necessari, almeno 35 anni devono essere senza considerare i contributi figurativi da Naspi o da malattia INPS. Se i due ultimi anni di Naspi, quelli da prendere come una sorta di accompagnamento alla pensione, finiscono dentro questo limite dei 35 anni, il diritto alla quota 41 viene meno.