L’Ape sociale è una misura vantaggiosa perché consente di andare in pensione qualche anno prima rispetto alla pensione di vecchiaia ordinaria. La misura però non può essere considerata una vera e propria misura pensionistica perché si tratta di una misura che accompagna il lavoratore alla sua vera e propria pensione di vecchiaia. In pratica con l’Ape sociale si riceve un assegno di accompagnamento alla pensione a partire da una determinata età e con determinati requisiti. L’Ape sociale è stata oggetto di alcune modifiche con la legge di bilancio e quindi per il 2024 è una misura differente rispetto a come l’abbiamo conosciuta fino al 2023.
L’Ape sociale in sintesi
La misura confermata per il 2024 non riguarda la generalità dei lavoratori. L’Ape sociale è una misura che riguarda:
- Caregivers che da almeno 6 mesi assistono un familiare stretto disabile con cui convivono;
- Invalidi civili con almeno il 74% di invalidità certificata;
- Disoccupati che hanno terminato di percepire la naspi;
- Addetti alle mansioni gravose da 7 degli ultimi dieci anni di lavoro o da sei degli ultimi sette anni di attività.
Ecco come funziona la pensione con l’APE a 63,5 anni di età
La misura si rivolge quindi a soggetti con problematiche di natura fisica, familiare o lavorativa. Dal punto di vista dei requisiti cambia molto in base alla categoria di appartenenza. L’età di uscita pari a 63,5 anni è per tutti. Bastano 30 anni di contributi versati salvo che per gli addetti ai lavori gravosi per i quali servono 36 anni. La misura per il 2024 ha il vincolo del divieto di cumulo dei redditi da lavoro con i redditi da pensione. L’unica eccezione è il lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito annuo.
L’Ape sociale è una misura che non prevede l’erogazione della tredicesima mensilità. Inoltre non prevede maggiorazioni, assegni nucleo familiare e non è reversibile ai superstiti. Infine la misura non può superare i 1.500 euro di importo mensile e non viene indicizzata al tasso di inflazione.