Per chi ha pensato di aprire un conto estero dove tenere i risparmi al di fuori delle grinfie dello stato italiano, è bene sapere che ci sono implicazioni fiscali se non si rispettano normative vigenti. I Paesi internazionali sono sempre più inclini allo scambio di informazioni fiscali, e proprio per questo appare fondamentale comprendere quali sono le possibilità di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate su conti correnti detenuti all’estero e non dichiarati in Italia e le sanzioni applicabili.
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Conti all’estero quali strumenti per individuarli?
L’Agenzia delle Entrate ha a disposizione una serie di strumenti per individuare conti esteri non dichiarati da parte dei residenti in Italia. Normative come il Common Reporting Standard e il FACTA, infatti, permettono lo scambio automatico di informazioni fiscali tra diversi Paesi, e questo rende più semplice individuare i conti esteri non segnalati.
Chiunque risiede in Italia deve rispettare gli obblighi di dichiarazione previsti dalla disciplina sul monitoraggio fiscale delle attività finanziarie estere. Quando si possiede un conto corrente o altre attività finanziarie all’estero, è obbligatorio segnalarlo utilizzando il quadro RW del modello Redditi.
La mancata dichiarazione può comportare sanzioni amministrative, che variano in base al valore del conto e al Paese in cui è ubicato. LAgenzia delle Entrate, inoltre, può richiedere informazioni sul conto estero direttamente alla banca estera grazie agli accordi di scambio di informazioni.
In caso di conto estero non dichiarato, è sempre meglio rivolgersi a un commercialista esperto in fisco internazionale che possa illustrare tutte le opzioni per regolarizzare la situazione:
- la presentazione di una dichiarazione integrativa;
- il ravvedimento operoso, che consente di sanare la propria posizione debitoria pagando sanzioni ridotte.
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