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Assegno di Inclusione: 46% di invalidità, regola dei 90 giorni e rischio sospensione

Assegno di Inclusione: come funzione per chi ha il 46% di invalidità, cos’è la regola dei 90 giorni e quando c’è il rischio sospensione.

Sono davvero molti i casi in cui può imbattersi un contribuente beneficiario dell’Assegno di Inclusione che si vede sospendere il trattamento. In questi mesi molti contribuenti hanno visto sospeso il sussidio. Le motivazioni sono sostanzialmente due e tirano dentro in entrambi i casi i servizi sociali del Comune di residenza del diretto interessato. Da un lato le invalidità, che sotto una determinata soglia prevedono che sia il servizio sociale a prendere in carico il contribuente affinché possa beneficiare del sussidio. E da un altro lato per via dei 90 giorni entro cui prendere nuovamente contatto con il servizio sociale dopo la prima visita dei 120 giorni.


Basta il 46% di invalidità per prendere l’Assegno di Inclusione, ma non sempre


L’INPS per gli invalidi ha diverse prestazioni assistenziali è previdenziali loro destinate, ma se l’invalido ha appena il 46% di invalidità certificata dalle competenti commissioni mediche delle ASL, una misura può facilmente essere percepita. Parliamo del già citato Assegno di Inclusione.
Una misura che può arrivare, come vedremo, a garantire all’invalido un sostentamento da 500 euro al mese o da 780 euro al mese se vive in affitto.


Assegno di Inclusione, ecco i beneficiari

Prima di tutto, per capire di cosa parliamo, iniziamo dalla platea di potenziali beneficiari dell’Assegno di Inclusione. La misura infatti è appannaggio di:

  • persone che hanno già compiuto i 60 anni;
  • persone che non hanno ancora compiuto i 18 anni;
  • invalidi almeno al 67%;
  • persone con carichi di cura all’interno del loro nucleo familiare;
  • persone prese in carico dai servizi sanitari o dai servizi sociali.


Una famiglia che ha almeno un componente tra quelli prima citati, può chiedere l’Assegno di Inclusione. L’importo del sussidio secondo il meccanismo della scala di equivalenza che era alla base pure del Reddito di Cittadinanza viene però calcolato solo ed esclusivamente sui componenti che rientrano nel sussidio.


Invalidi al 46%, ecco come prendere l’Assegno di Inclusione


Nell’elenco prima citato, cioè quello delle persone che possono essere dentro il perimetro dell’Assegno di Inclusione, si nota subito che l’invalido è collegato ad un grado di invalidità non inferiore al 67%. Ma allora perché abbiamo detto che basta il 46% di invalidità?

Perché chi ha un grado di invalidità di questo genere, inferiore al 67% ma superiore al 45% può essere preso in carico dai servizi sociali del suo Comune di residenza.
Deve essere il suo assistente sociale che alla luce delle patologie che ha il diretto interessato, deve comunicare all’INPS che è un soggetto che necessita di una mano.

A tal punto che viene inserito nell’elenco delle persone da assistere dal Servizio Sociale di competenza. In pratica chi ha una disabilità non ritenuta meritevole di un grado di almeno il 67% può lo stesso rientrare nell’Assegno di Inclusione.
Prendendo anche lui i 500 euro al mese di integrazione al reddito o i 780 euro al mese se il nucleo familiare del diretto interessato vive in una casa in affitto con contratto regolarmente registrato all’Agenzia delle Entrate.


Attenti alla regola dei 90 giorni

Chi ha preso l’Assegno di Inclusione sa bene che ha dovuto prima di tutto presentare la DSU per ottenere l’ISEE in corso di validità. Poi ha dovuto presentare la domanda di ADI, iscriversi alla piattaforma SIISL e sottoscrivere il PAD. Tutti passaggi obbligatori da espletare per entrare dentro il perimetro dei beneficiari della prestazione.

Dopo l’avvio del pagamento, entro 120 giorni dalla presentazione della domanda gli interessati dovevano provvedere alla visita presso il Servizio Sociale del proprio Comune. Un adempimento che per via delle problematiche iniziali tra INPS e Servizi Sociali, per i primi richiedenti è slittato a 120 giorni dall’inserimento del nominativo di questo beneficiario nella piattaforma GEPI, utile per lo scambio di informazioni sui beneficiari di questi sussidi, tra INPS e Servizi Sociali.

Per molti tra i primi richiedenti il sussidio, adesso è arrivata la seconda scadenza, cioè bisognava entro il 30 settembre andare a riprendere contatto con i servizi sociali. Infatti per continuare a prendere il sussidio ogni 90 giorni bisogna andare al Servizio Sociale per l’aggiornamento riguardo la condizione del beneficiario.

Chi non lo ha fatto, ad ottobre non ha preso nulla e non prenderà nulla fino a quando non espleterà quest’altro obbligo.