Assegno di Inclusione, arriva il salasso dall’INPS: per 6 mesi niente sussidio e niente nuove domande Assegno di Inclusione, arriva il salasso dall’INPS: per 6 mesi niente sussidio e niente nuove domande

Assegno di inclusione, ecco chi rischia la sospensione delle ricariche

L’INPS con un messaggio rende noto quando l’assegno di inclusione può essere sospeso per mancata comunicazione.

Chi rischia la sospensione dell’assegno di inclusione? Con il messaggio 3624 del 31 ottobre 2024 l’Inps rende noto cosa accade a chi omette di comunicare l’eventuale reddito derivante da lavoro durante l’erogazione dell’assegno di inclusione.

Nel messaggio l’istituto ricorda che il diritto all’Adi è riconosciuto sulla base di requisiti che devono essere posseduti da tutto il nucleo familiare non solo al momento della presentazione della domanda, ma anche durante la fruizione del beneficio.

L’Inps, quindi, provvede ad effettuare controlli preventivi per comprendere se i beneficiari del sostegno economico hanno mantenuto i requisiti richiesti per continuare a percepire l’Assegno.

Cosa succede all’Assegno di inclusione se si inizia a lavorare?

In caso di avvia di attività di lavoro dipendente da parte di uno dei componenti del nucleo beneficiario dell’assegno di inclusione, la persona interessata dall’avvio dell’attività di lavoro deve provvedere a comunicare all’Inps il reddito derivante dall’attività in questione entro 30 giorni dall’inizio della stessa.

Il maggior reddito percepito dal nucleo per effetto del lavoro dipendente non concorre alla determinazione del beneficio economico, entro il limite massimo di 3.000 euro lordi annui. La parte che eccede i 3.000 euro lordi annui, invece, concorre alla determinazione dell’importo dell’assegno di inclusione a decorrere dal mese successivo a quello della variazione della condizione occupazionale e fino a quando il maggiore reddito percepito in corso di fruizione dell’Adi non è recepito nell’ISEE per l’intera annualità.

Cosa succede in caso di mancata comunicazione?

I componenti del nucleo familiare sono obbligati a comunicare anche l’avvio di percorsi di politica attiva del lavoro che prevedano indennità o benefici di partecipazione comunque denominati o di accettazione di offerte di lavoro anche di durata inferiore a un mese.

Per la comunicazione obbligatoria l’Inps ha messo a disposizione il modello “ADI-Com Esteso” che devono presentare tutti i componenti del nucleo familiare che abbiano avviato un’attività di lavoro dipendente o percorsi di politica attiva del lavoro.

I redditi dichiarati nel modello sono oggetto di valutazione per mantenere il diritto all’assegno di inclusione per quel che riguarda le soglie di redditi familiare.

Da giugno 2024 sono state iniziate dall’istituto i controlli per verificare l’omessa presentazione del modello Adi COM esteso per le domande di assegno di inclusione che risultano accolte. Per i nuclei per i quali risulta l’omessa dichiarazione l’istituto provvede a sospendere l’Adi nel caso vi siano componenti del nucleo che hanno iniziato attività lavorativa senza avere inviato la comunicazione obbligatoria.

Le domande per le quali risulta l’omessa comunicazione sono poste in stato “sospeso” e la motivazione indicata è Mancata comunicazione della variazione occupazionale per avvio di lavoro dipendente o iniziative di politica attiva che prevedano indennità, entro 30 gg (art. 3, co. 5 e 7, D.L. 48/2023 conv. in L. 85/2023)”. Una volta che il nucleo si appresta a presentare la comunicazione in questione l’Inps valuta se ha mantenuto il diritto all’Adi oppure no.

Se entro 3 mesi dall’inizio dell’attività lavorativa non si provvede alla comunicazione l’Adi decade direttamente.

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