Con il Decreto Lavoro, che è diventato Legge dello Stato n° 85 del 3 luglio 2023, è nato l’Assegno di Inclusione. Dal primo gennaio via al nuovo sussidio che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza. Oggi per fugare i tanti dubbi dei contribuenti, proponiamo una guida dettagliata alla misura. Anche perché da segnalazioni arrivate, sono ancora tanti i contribuenti che sbagliano qualcosa. Ci sono soggetti sotto i 60 anni di età, non invalidi e nemmeno con minorenni nel nucleo familiare, che presentano domanda poi sistematicamente respinta dall’INPS. E ci sono soggetti che presentano domanda salvo poi arrivare a comprendere che il sussidio equivale a poche decine di euro.
Assegno di Inclusione, fugati i dubbi, ecco i requisiti e a chi spetta
Inclusione sociale, lavorativa e professionale, questo l’obiettivo della misura. Ma questa è appannaggio esclusivamente di soggetti di età superiore a 60 anni, inferiore a 18 anni, invalidi o presi in carico dai servizi sociali. E se diciamo che riguarda solo questi soggetti, ci riferiamo all’importo del sussidio. Perché possono presentare domanda anche coloro che hanno un’età compresa tra i 18 ed i 59 anni e senza altre problematiche. E potrebbero anche vedersi accogliere la domanda. ma solo se all’interno del loro nucleo familiare ci sono soggetti come quelli prima indicati come idonei alla misura. Naturalmente per i soggetti tra i 18 ed i 59 anni nessun euro sarà erogato anche a domanda accolta. Solo i soggetti prima citati verranno considerati.
A chi spetta il sussidio
Dal punto di vista dei requisiti, l’ISEE familiare non dovrà superare la soglia di 9.630 euro. Inoltre il richiedente deve essere cittadino italiano oppure cittadino europeo o un suo familiare, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, extracomunitari in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o dello status di protezione internazionale, asilo politico o protezione sussidiaria. E bisogna risultare residenti in Italia da non meno di 5 anni di cui gli ultimi 2 consecutivi. Poi, non bisogna risultare sottoposti a misura cautelare personale o a misura di prevenzione, oltre naturalmente a non avere a proprio carico sentenze definitive di condanna intervenute nei 10 anni precedenti la richiesta. Nulla da fare se nel nucleo familiare c’è un soggetto che è oggi disoccupato, ma perché negli ultimi 12 mesi si è dimesso volontariamente dal posto di lavoro.
Altri requisiti da rispettare
Oltre all’ISEE, bisogna rientrare nel giusto valore del reddito familiare che non deve superare i 6.000 euro. Soglia questa da moltiplicare per il corrispondente parametro della scala di equivalenza basata sul numero dei componenti la famiglia o sulle situazioni di disabilità al suo interno.
Per il patrimonio mobiliare, fatto dei soldi di risparmio in banca o alle poste, non deve superare 6.000 euro, aggiungendo a questa soglia l’importo di 2.000 euro per ogni componente il nucleo familiare successivo al primo, fino a un massimo di 10.000 euro e aggiungendo ancora 1.000 euro per ogni minorenne successivo al secondo, 5.000 euro per ogni componente in condizione di disabilità e 7.500 euro per ogni componente in condizione di disabilità grave. Infine, nessun familiare si deve trovare con una auto intestata di cilindrata superiore a 1600 cc. o motoveicoli intestati di cilindrata superiore a 250 cc., con immatricolazione sopraggiunta negli ultimi 36 mesi.