Abbiamo letto su siti più o meno autorevoli che l’Assegno di Inclusione era una specie di copia e incolla del Reddito di Cittadinanza. Che il Governo Meloni aveva deciso solo di cambiare nome alla misura ma che alla fine aveva confermato tutto allo stesso modo. Sicuramente le notizie di questo genere erano di siti e media che volevano solo porre una critica all’operato del Governo. Perché la realtà è diversa e l’Assegno di Inclusione sta facendo molte vittime, usando un termine forse poco ortodosso per indicare quanti si trovano adesso senza sussidio dopo aver preso per anni il Reddito di Cittadinanza. A tal punto che pare che adesso il Governo voglia correre ai ripari, alleggerendo la misura.
Assegno di Inclusione, molti esclusi e già arrivano le modifiche, ma quali
La misura che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza si chiama Assegno di Inclusione, ma al momento pare che il nuovo sussidio sia un flop. Numeri alla mano ci sono due aspetti da considerare che dimostrano come, se il Governo aveva promesso guerra al Reddito di Cittadinanza “Grillino”, la guerra è stata. In barba alle critiche sull’operato dell’Esecutivo e sul fatto che le due misure costavano in egual modo alle casse statali. Prima di tutto, i requisiti, anche se sembravano identici al Reddito di Cittadinanza, sono diventati profondamente diversi. Solo chi ha guardato alla soglia ISEE da 9.360 euro e basta ha potuto trarre una conclusione così affrettata. Infatti sono stati introdotti requisiti anagrafici ed economici più stringenti rispetto al reddito. Esclusi dalla misura i soggetti tra i 18 ed i 59 anni di età privi di problemi. I cosiddetti occupabili si trovano in due situazioni. Da un lato, senza altri componenti minorenni, invalidi, presi in carico dai servizi sociali o over 60, non possono presentare domanda. Da un altro lato, anche in presenza di qualche componente tra quelli prima citati, l’Assegno di Inclusione non li considera per determinare l’importo spettante.
Cosa è successo nel passaggio dal Reddito di Cittadinanza all’Assegno di Inclusione
Taglio di platea netto, con una possibilità però di chiedere e prendere il Supporto Formazione e Lavoro, un altro sussidio, ma ricco di adempimenti e con diversi obblighi di lavorare e cercare occupazione. E molti che hanno presentato domanda, non hanno ricevuto ancora nulla tra obbligo di sottoscrivere il PAD, obbligo di compilare il curriculum e obblighi di andare prima a firmare i patti al collocamento. Un’autentica odissea.
Come se non bastasse, il coefficiente che trasforma il reddito in base ai componenti la famiglia, con l’Assegno di Inclusione è diventato peggiore. Perché anche in questo caso non si tiene conto dei soggetti tra i 18 ed i 59 anni di età. Un grosso guai, con le stime attuali che parlano di un Assegno di Inclusione respinto una volta ogni tre richiedenti. Un numero elevatissimo. Il Ministro Calderone pare abbia contestato questi dati, ma allo stesso tempo ha aperto a correttivi. E si attendono maglie più larghe, ben oltre il fatto già confermato dallo stesso Ministro del Lavoro, di voler estendere la misura anche alle vittime di femminicidio e violenza.