Assegno di Inclusione, nel 2025 aumenta? Cosa succede tra rivalutazione e legge di Bilancio Assegno di Inclusione, nel 2025 aumenta? Cosa succede tra rivalutazione e legge di Bilancio

Assegno di Inclusione, nel 2025 aumenta? Cosa succede tra rivalutazione e legge di Bilancio

Assegno di Inclusione, nel 2025 verrà aumentato di importo, questa è la speranza dei beneficiari, ecco però cosa accadrà.

La principale misura di sostegno alle famiglie prossime alla povertà o al di sotto di questa soglia è l’Assegno di Inclusione. Una misura del tutto simile al Reddito di Cittadinanza, anche se è destinata ad una platea più piccola ridotta com’è solo ai vulnerabili. Mesi fa correva voce di un potenziamento della misura nella legge di Bilancio del governo. O meglio, c’era l’ipotesi di aumentare gli importi oltre i soliti 500 euro che vengono erogati mensilmente ad un single senza altri redditi che incidono. Che fine ha fatto la proposta? La domanda è comune a molti percettori di questo sussidio. Anche perché molti pensano che il sussidio dovrebbe essere adeguato al tasso di inflazione.

Assegno di Inclusione, nel 2025 aumenta? Cosa succede tra rivalutazione e legge di Bilancio

Quando nel 2019 fu varato il Reddito di Cittadinanza l’importo assegnato ad un single senza altri redditi era pari a 500 euro al mese. Con l’Assegno di Inclusione dal 2024 le cose sono cambiate, ma non sugli importi. Il Reddito di Cittadinanza spettava alle famiglie con un ISEE sotto i 9.360 euro e lo stesso è per l’Assegno di Inclusione. Ma quest’ultima misura rispetto alla precedente, è destinata solo a famiglie al cui interno ci sono over 60, invalidi, minorenni, soggetti con carichi di cura o presi in carico dai servizi socio sanitari o assistenziali. E soprattutto, il sussidio è calcolato per una famiglia, solo sulle persone che rientrano tra i beneficiari. Tradotto in termini pratici, mentre prima una famiglia di 4 persone per il calcolo del sussidio era interamente dentro il perimetro del Reddito di Cittadinanza, adesso se solo due dei quattro sono over 60, minorenni o in qualsiasi altra condizione prima citata, l’Assegno di Inclusione è calcolato solo su questi due.
Sugli importi però nulla è cambiato a livello di cifra massima erogabile. Infatti per un single che rientrava nel Reddito di Cittadinanza c’erano 500 euro al mese in assenza di altri redditi, e anche per l’Assegno di Inclusione 500 euro è la cifra da considerare.

Il sussidio ha perso potere di acquisto ma nessuno lo considera

Evidentemente, se si considera che negli anni il costo della vita è drasticamente aumentato, logica vuole che doveva aumentare anche il sussidio. Invece le cifre erogate nel 2019 sono le stesse erogate nel 2024 e saranno le stesse erogate nel 2025. Aumentano le pensioni, aumentano i bonus come l’Assegno Unico, ma per il sussidio la rivalutazione al tasso di inflazione non si applica. Eppure ciò che si comprava con 500 euro nel 2019 non si compra oggi. Se consideriamo le pensioni e le rivalutazioni, nel 2023 l’inflazione utilizzata per gli incrementi è stata dell’8,1%. Nel 2024 invece del 5,7%. La logica vorrebbe che, se nel 2022 il sussidio era da 500 euro al mese, nel 2023 doveva salire a 540,50 euro al mese. E poi nel 2024 a 571,30 euro. Logica dicevamo che non si traduce in realtà. Infatti come già detto, il sussidio resta invariato, nessuna novità al riguardo. Eppure, tornando a quanto detto in premessa. poche settimane fa c’era la sensazione che al governo qualcosa di più ai beneficiari dell’Assegno di Inclusione poteva arrivare.

Che fine hanno fatto gli aumenti sull’Assegno di Inclusione?

Quando la legge di Bilancio 2025 non era ancora stata partorita ma era in pieno corso il dibattito sulla manovra finanziaria, le riflessioni su possibili modifiche all’Assegno di Inclusione erano all’ordine del giorno. E si parlava di un incremento da 500 a 700 euro del sussidio. Si parlava con insistenza di questo ritocco, che avrebbe anche fissato la soglia reddituale da non oltrepassare per rientrare nel beneficio dai soliti 6.000 euro a singolo con aumenti in base alla scala di equivalenza, a 8.500 euro.
Le modifiche di cui si parlava, che avrebbero esteso la platea dei beneficiari se approvate nella manovra finanziaria, miravano anche a sostenere la perdita di potere di acquisto del sussidio stesso. In modo tale da contrastare il crescente costo della vita e l’inflazione.