L’assegno ordinario di invalidità è una prestazione previdenziale che viene riconosciuta, a domanda, ai lavoratori dipendenti ed autonomi con una riduzione della capacità lavorativa superiore a due terzi.
L’assegno ordinario spetta, però, ed è bene precisarlo fin da subito, a lavoratori dipendenti del settore privato e lavoratori autonomi, ne sono esclusi, quindi, i lavoratori pubblici.
In questo articolo rispondiamo all’interrogativo di una nostra lettrice che ci chiede:
Buongiorno io ho 20 anni di contributi Inps nel 2018 sono entrata nel settore pubblico mi è stata data l’invalidità del 67percento ho richiesto l’assegno ordinario ed è stato respinto per ricezione dei requisiti non ho capito perché se la legge dice a partire dal 67 percento aspetto risposta.
Assegno ordinario di invalidità e pubblico impiego
Per chi ha contributi versati nella cassa Stato, quella dei dipendenti pubblici, l’accesso all’assegno ordinario di invalidità è negato. E poco conta che, magari, in passato si siano versati anche contributi nel FPLD del settore privato. Serve soddisfare i requisiti contributivi per avere diritto all’assegno.
E i requisiti parlano chiaro: servono almeno 5 anni di contributi versati (nel fondo dei lavoratori del settore privato) di cui almeno 3 nell’ultimo quinquennio (sempre nello stesso fondo).
Nel suo caso, pur avendo 20 anni di contributi come lavoratrice dipendente, dal 2018 (e quindi negli ultimi 3 anni) ha versato come dipendente pubblica e per questo motivo non possiede i 3 anni di contributi versati negli ultimi 5 anni.
La legge, quindi, prevede l’accesso all’assegno ordinario di invalidità con un minimo di invalidità al 67% ma richiede anche precisi requisiti contributivi, in mancanza dei quali l’invalidità da sola non basta. E i dipendenti del pubblico impiego, appunto, sono esclusi dalla misura ed i contributi versati nella cassa Tesoro non servono per raggiungere i requisiti richiesti.Per questo motivo l’assegno ordinario di invalidità non le viene riconosciuto.
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