L’assegno unico per i figli a carico è una misura strutturale e proprio per questo resta in vigore anche nel 2025. Ci sono, però, due grosse novità portate alla misura dalla Legge di Bilancio 2025 che riguardano, in modo particolare, i genitori di figli piccoli. Vediamo cosa cambia il prossimo anno.
Chi ha figli di età inferiore ai 21 anni anche nel 2025 continuerà a percepire l’assegno unico per i figli. L’importo sarà adeguato all’inflazione e proprio per questo nella cifra che si riceve ogni mese potrebbe esserci in lieve incremento causato anche dall’effetto dell’inflazione sui limiti Isee per la determinazione dell’importo.
Oltre agli importi leggermente più alti, però, il 2025 porta delle novità, ben 2, che coinvolgono l’assegno unico. Vediamo quali sono e per chi diventano importanti.
Assegno unico fuori dall’Isee per il bonus nido
L’Assegno Unico è riconosciuto a tutti i genitori che hanno figli a carico fino ai 21 anni di età. Non ci sono limiti di età, invece, qualora il figlio a carico sia disabile.
Gli importi mensili dell’assegno variano da un minimo di 28,50 euro a un massimo di 199,60 euro per ciascun figlio (questi sono gli importi del 2024 che per il 2025 saranno rivalutati all’inflazione).
L’ammontare effettivo dipende da diversi fattori, tra cui il numero di figli a carico, la loro età, eventuali maggiorazioni e il valore dell’ISEE. Maggiore è il valore dell’ISEE, minore sarà l’importo dell’assegno. Fino a quest’anno, l’assegno veniva incluso nel calcolo dell’ISEE, determinando un aumento del reddito complessivo e, di conseguenza, la possibile esclusione da altri benefici economici destinati alle famiglie con un ISEE basso.
La Legge di Bilancio 2025 interviene su questa questione, specificando all’articolo 32 che, ai fini della richiesta del Bonus Nido, l’Assegno Unico non deve essere conteggiato nell’ISEE. A partire da gennaio, pertanto, i beneficiari dell’Assegno Unico non subiranno alcuna penalizzazione nel richiedere il Bonus Nido.
Bonus nuovi nati, come si determina l’Isee?
Un’altra importante novità per l’Assegno Unico riguarda l’esclusione di quest’ultimo anche ai fini dell’accesso al Bonus nuove nascite da 1.000 euro, la misura introdotta dal Governo Meloni per incentivare la natalità e supportare le famiglie nelle spese per il sostegno dei figli.
Come per il Bonus Nido, a partire dal 2025 l’Assegno Unico non concorrerà più a determinare il valore dell’ISEE, il quale rappresenta uno degli indicatori principali per l’accesso a vari tipi di agevolazioni economiche ma non per tutte le prestazioni a cui L’ISEE permette l’accesso.
In concreto, questo significa che le somme percepite attraverso l’Assegno Unico non influiscono più sul calcolo del reddito familiare ai fini dell’ISEE, permettendo così alle famiglie che beneficiano di tale prestazione di non essere penalizzate nella richiesta di altri bonus, come il Bonus nuove nascite e il Bonus Asilo Nido.
Ad esempio, una famiglia con un reddito che, senza l’Assegno Unico, rientrerebbe nella fascia di ISEE che consente l’accesso al Bonus nuove nascite, non rischia più di essere esclusa da questo beneficio a causa dell’aumento dell’ISEE provocato dalla percezione dell’assegno.
Per il 2025, il Governo ha introdotto un contributo una tantum di 1.000 euro per ogni figlio nato o adottato a partire dal 1° gennaio, destinato alle famiglie con un ISEE inferiore o uguale a 40.000 euro. Questa misura, oltre a rappresentare un aiuto concreto per le famiglie in fase di crescita, ha l’obiettivo di incentivare la natalità e rispondere alle difficoltà economiche che molte famiglie affrontano nell’accogliere un nuovo membro.
La decisione di escludere l’Assegno Unico dal calcolo dell’ISEE , come si può notare, riguarda solo le misure destinate ai figli. In questo modo il percepire un beneficio non mette in pericolo la possibile fruizione degli altri.
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