Possibile potenziamento dell’assegno unico fino alla laurea dei figli? Per ora si tratta soltanto di un’ipotesi che nasce da una richiesta presentata dalle associazioni delle famiglie. Queste ultime hanno espresso al governo la proposta di ampliare la durata dell’assegno univo fino alla laurea dei figli.
Da quanto trapelato fino a ora, l’esecutivo condivide la motivazione di tale proposta che è stata illustrata insieme a un’altra serie di misure ritenute indispensabili da attuare a favore delle famiglie da inserire nella Legge di Bilancio ed esposte dal coordinatore del network “Ditelo sui tetti”, Domenico Menorello, e il presidente del Forum nazionale delle associazioni familiari, Adriano Bordignon al Ministro dell’Economia, a quello della Famiglia e a quello della Funzione Pubblica.
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Assegno Unico potenziato
Al di là delle altre misure presentate, quella su cui vogliamo soffermarci è proprio l’Assegno unico e universale per i figli. La misura, a differenza dei vecchi assegni al nucleo familiare che arrivavano fino alla maggiore età dei figli, si estende fino al compimento dei 21 anni per i figli che studiano.
La richiesta avanzata è lecita, visto che qualora i figli decidano di seguire un percorso universitario restano a carico dei genitori per un periodo di tempo decisamente più lungo, e molto probabilmente uno stato meno indebitato dell’Italia avrebbe potuto provvedere a erogare una misura di sostegno fino al termine del percorso formativo.
A nostro avviso, però, si tratta di una misura che potrebbe anche essere considera discriminatoria per tutte quelle famiglie che non potendosi permettere di sostenere il costo dell’università per i propri figli, fanno interrompere alla prole gli studi dopo il diploma. E non è detto che questi ragazzi trovino immediatamente un lavoro che gli permetta di non pesare più sulle spalle di mamma e papà. Perché in questo caso non è previsto un ampliamento e un potenziamento dell’assegno unico ed è invece previsto solo per i figli che proseguono gli studi?
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Una proposta più equa
Un ampliamento dell’assegno unico che potrebbe essere considerata più equa, invece, potrebbe essere quella di estendere il sostegno a quelle famiglie con figli che hanno voglia di studiare all’università ma hanno una famiglia che non può permetterselo: in questo modo si trasformerebbe in una sorta di misura che permetterebbe a tutti i giovani di avere pari opportunità nella vita, offrendo anche a chi non riesce a permetterselo di affrontare gli studi universitari con profitto.
Ma forse questa è una visione troppo utopica. In Italia, purtroppo, si tende a dare sostegno anche laddove non ce n’è bisogno (a che serve riconoscere 57 euro al mese a chi ha un figlio e 40.000 euro di Isee?) invece di concentrare le poche risorse a disposizione per far emergere dalla povertà le situazioni più critiche.