L’assegno unico è una misura fondamentale per il sostegno alle famiglie, ma la sua introduzione ha significato tagli enormi al reddito delle famiglie discriminate. Si parla sempre, infatti, di quando l’assegno unico sia una misura importante e necessaria, senza mai menzionate la discriminazione di fondo che nasconde.
Contro questa discriminazione, palese agli occhi di tutti, è intervenuta anche la Commissione Europea: ci sono famiglie, infatti, che con il passaggio all’assegno unico hanno perduta migliaia di euro l’anno.
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Quali sono le famiglie discriminate?
I lavoratori e le lavoratrici che non sono residenti in Italia da almeno 2 anni, quelli che hanno figli che non risiedono in Italia e non hanno un rapporto di lavoro della durata di almeno 6 mesi si trovano nell’impossibilità di richiedere e ricevere l’assegno unico per i figli. Mentre prima, però, percepivano l’assegno al nucleo familiare e le detrazioni per i figli a carico.
La Commissione Europea, a tal proposito, ha aperto una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia perché viola i diritto di questi lavoratori che, in ogni caso, pagano le tasse in Italia ed hanno diritto agli stessi trattamenti che percepiscono tutte le altre famiglie.
Nonostante la lettera di costituzione in mora del luglio 2023, la questione è stata rimandata alla Corte di giustizia UE, ma il Governo Italiano si giustifica rispondendo che allargando in questo modo la misura, il costo non sarebbe sostenibile per i conti pubblici.
Queste famiglie, però hanno perso migliaia di euro.
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Quanti soldi stanno perdendo questi lavoratori?
I conti sono stati eseguiti in una analisi a cura dell’Area Stato Sociale e Diritti e dell’Area Contrattazione, Politiche del Lavoro, Politiche industriali della Cgil.
Un lavoratore dipendente con due figli di 10 e 12 anni residenti all’estero che nel 2020 ha percepito un reddito di 25.300 euro, ha percepito dal 1° luglio 2021 al 28 febbraio 2022 un Anf pari a 160,83 euro al mese a cui si sommano le detrazioni per figli a carico pari a 122 euro. La perdita mensile complessiva è pari a 282,83 euro e in un anno questo lavoratore riceve in meno 3.393,96 euro.
Se si prende l’esempio, invece, di una lavoratrice domestica vedova, con reddito nel 2020 di 14.800 e con due figli di 8 e 11 anni residenti all’estero l’Anf spettante dal 1° luglio 2021 al 28 febbraio 2022 è stato pari a 257,25 euro al mese a cui si sommano le detrazioni per figli a carico pari a 137 euro. La perdita mensile complessiva è pari a 394,25 euro e in un anno questo lavoratore riceve in meno 4.731 euro.
La perdita maggiore, però, la ha chi ha almeno 3 figli a carico. Un lavoratore con reddito 2020 di 30.200 con coniuge e 3 figli a carico di 2, 6 e 10 anni che risiedono all’estero, ha percepito dal 1° luglio 2021 al 28 febbraio 2022 un Anf pari a 446,46 euro al mese a cui si sommano le detrazioni per figli a carico pari a 197 euro. La perdita mensile complessiva è pari a 282,83 euro e in un anno questo lavoratore riceve in meno 5.357,52 euro.