Nel 2025 in pensione con quota 85,8 o addirittura con quota 82,8, come controllare se si rientra Nel 2025 in pensione con quota 85,8 o addirittura con quota 82,8, come controllare se si rientra

Attenti a non sbagliare con la pensione anticipata, la guida a non subire tagli di assegno

Il sistema pensioni italiano è un sistema molto particolare, ricco di misure e ciascuna con le sue particolarità, i suoi specifici requisiti e le sue condizionalità.

Un quadro davvero grande di regole, norme e cavilli, che spesso anche gli addetti ai lavori e gli esperti, faticano a divincolarsi. Oggi approfondiamo una particolare situazione.

Perché bisogna stare attenti a non sbagliare con la pensione anticipata. Basta poco per perdere soldi e per subire quelle penalizzazioni di assegno che poi rischiano di condizionare il futuro dei lavoratori una volta andati in pensione.

Attenti a non sbagliare con la pensione anticipata, la guida a non subire tagli di assegno

Tra le tante particolari regole che ogni misura di pensionamento ha, sbagliare non è certo difficile, anzi. Infatti molte cose i lavoratori che alla fine presentano la domanda di pensione non le sanno.

Per esempio non sanno che c’è il modo per evitare di perdere soldi accettando pensioni ridotte e tagliate per via del fatto che la scelta ricade su misure che prevedono proprio questi tagli. Partiamo dal dire che se non c’è alternativa ad una misura, nulla si può fare.

E quindi o si accettano i tagli o niente pensione. Per esempio, chi va in pensione nel 2024 perché compie quest’anno 63,5 anni di età e 36 anni di contributi, non potrà farci nulla sul fatto che l’Ape Sociale è senza tredicesima, senza maggiorazioni e senza assegni familiari.

Miracoli non se ne possono fare nemmeno se l’interessato compie 62 anni di età nel 2024 insieme ai 41 anni di contributi. La quota 103 per chi completa i requisiti nel corso del 2024, non può che essere contributiva, e non deve superare 4 volte il trattamento minimo.

La quota 103, il diritto cristallizzato e come funziona

Ma proprio sulla quota 103 si può fare un ragionamento differente. Perché chi per esempio, ha completato 41 anni di contributi e 62 anni di età nel 2023, anche sul finire dell’anno scorso, se sceglie di andare in pensione adesso nel 2024, può evitare i tagli.

Niente calcolo contributivo della pensione quindi. E tetto massimo della pensione da prendere più alto. Perché la quota 103 del 2023 era più favorevole rispetto a quella del 2024.

La pensione poteva arrivare a 5 volte il trattamento minimo, e il calcolo del trattamento era misto e non contributivo. Con un guadagno che per chi vanta almeno 18 anni di versamenti al 31 dicembre 1995, che può arrivare a superare il 30%.

Infatti oltre che le misure cessate, la cristallizzazione del diritto può valere anche per misure corrette e modificate come requisiti. E la quota 103 è un tipico esempio di misura valida per due anni, ma che nell’anno di ingresso nel sistema era più favorevole.