L’auspicio di molti lavoratori è di poter finalmente andare in pensione prima rispetto ai requisiti odierni grazie ad una riforma delle pensioni che per molti è prioritaria. Una riforma delle pensioni però che tutto è tranne che facile da mettere in moto. Innanzitutto perché il sistema previdenziale italiano non vive un momento buono dal punto di vista della forma. Ed oltretutto, anche perché dopo la grave crisi economica che ha investito l’Italia e l’Europa tutta a partire dalla pandemia e fino ad oggi con la guerra in Ucraina, gli aiuti all’Italia da parte della Comunità Europea sono vincolati. Per avere il sostegno di Bruxelles, tra l’altro già concesso col Recovery Plan, bisogna risparmiare sulla spesa pubblica. E le pensioni in quanto a spesa pubblica sono ai primi posti della classifica.
Pensioni e risparmio della spesa pubblica, a che punto siamo?
Bruxelles in pratica non vede di buon occhio misure di pensionamento anticipato che finiscono con il superare la riforma Fornero. Una legge quella dell’allora Governo Monti, che molti considerano il male assoluto a livello pensionistico. In termini pratici, il perimetro in cui si muove il governo per varare la riforma delle pensioni, è sempre più ristretto. A tal punto che sembra più ipotizzabile un peggioramento dei requisiti di accesso alle pensioni piuttosto che un miglioramento.
Le pensioni anticipate e quelle
Effettivamente la legge Fornero ha inasprito e di parecchio i requisiti per andare in pensione. Basti pensare che dalla pensione di anzianità si è passati alle pensioni anticipate che oggi consentono di uscire dal mondo del lavoro e di prendere il primo rateo di pensione soltanto tre mesi dopo aver completato i 42 anni e 10 mesi di contributi versati. Una autentica enormità questa. C’è anche da dire però che per chi non ha contributi versati prima del 1996 la situazione paradossalmente è pure peggio. Nemmeno a 67 anni con 20 anni di contribuire andare in pensione con la quiescenza di vecchiaia ordinaria è sicuro per questi soggetti.
Requisiti sempre più su? ecco perché
È evidente che il lavoratore medio guardi al superamento della Riforma Fornero come una delle cose più importanti che possono accadere alla propria persona. C’è da dire però che tendenzialmente la situazione più che migliorare potrebbe peggiorare. Effettivamente, nel 2026 dovrebbe scadere anche il periodo di salvaguardia per le pensioni sia anticipate che ordinarie. In genere le pensioni in Italia sono collegate alle aspettative di vita della popolazione. Più si vive in media e meno favorevoli sono i requisiti di accesso alla pensione. L’ultimo scatto c’è stato nel 2019 quando i requisiti pensionistici salirono di 5 mesi rispetto all’anno precedente. Fino al 2026 le pensioni anticipate continueranno ad essere fruibili a partire dai 42 anni e 10 mesi di contributi versati per gli uomini e dai 41 anni e 10 mesi di contributi versati per le donne. E le pensioni di vecchiaia saranno ancora a 67 anni con 20 anni di contributi. Ma per il biennio successivo potrebbero tornare a salire i requisiti. Probabilmente di 3 mesi.