Tutto finito, l’attesa è terminata. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale numero 278 del 27 novembre 2024 il decreto interministeriale sulla perequazione delle pensioni è ufficiale. In pratica, è stato pubblicato il decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che in solido con il Ministero dell’Economia e delle Finanze ogni anno fissa i nuovi importi delle prestazioni pagate dall’INPS. Parliamo del decreto sulle cosiddetta perequazione automatica delle pensioni con decorrenza dal 1° gennaio di ogni nuovo anno. Ed anche per il 2025 adesso abbiamo i dati certi sui nuovi importi di queste prestazioni. Sia per chi le prestazioni le andrà a richiedere la prima volta nel 2025 che per chi, prendendole già nel 2024, godrà dei relativi aumenti.
Aumentano le pensioni nel 2025, ecco i nuovi importi per le pensioni minime, l’assegno sociale e le pensioni invalidi
Nel decreto interministeriale vengono fissati i valori della percentuale previsionale di variazione del costo della vita sopraggiunta nel 2024. Ma parliamo di un tasso di previsione, dal momento che si basa sui dati ISTAT certificati per un arco temporale che va da gennaio a settembre 2024. mancano all’appello gli ultimi 3 mesi del 2024. E questi ultimi tre mesi non appena si avranno i dati definitivi, verranno usati dall’ISTAT per il tasso definitivo di inflazione.
La perequazione del 2023, del 2024 e quella del prossimo anno
Per capire bene il meccanismo ecco cosa è successo negli ultimi due anni. Nel 2023 il tasso di inflazione applicato alle pensioni a gennaio, fece riferimento al tasso di previsione rilevato dall’ISTAT da gennaio 2022 a settembre 2022.
Le pensioni e le prestazioni INPS furono rivalutate a gennaio 2023 in misura pari al 7,3%. Poi, con gli ultimi 3 mesi il tasso definitivo divenne l’8,1%. E la differenza, cioè lo 0,8% finì con il far aumentare ancora le pensioni, con il conguaglio con tanto di arretrati che finì ai pensionati in via straordinaria già a dicembre 2023 anziché a gennaio 2024. Nel 2024 invece, a gennaio le pensioni sono state incrementate sempre sul tasso di previsione da gennaio a settembre 2023, in misura pari al 5,4%. Con i restanti tre mesi del 2023 nulla è cambiato. Nessuna differenza è stata riscontrata. Le pensioni dovevano salire del 5,4% e sono salite del 5,4%. In termini pratici, niente conguaglio a dicembre e nemmeno a gennaio 2025.
Ecco gli aumenti di gennaio, cosa accade a pensioni, assegno sociale e così via dicendo?
Il tasso di previsione che userà l’INPS a gennaio, in base al decreto prima citato è pari allo 0,8%. Questo significa che abbiamo già la certezza dei nuovi importi delle prestazioni INPS che sono collegate alla perequazione. Ad esclusione delle prestazioni di accompagnamento alla pensione, come l’Ape sociale, tutte le altre prestazioni vengono adeguate al tasso di inflazione.
La nuova perequazione e le fasce
Nel 2025 verrà adottato il meccanismo di rivalutazione a 3 fasce progressive sulla falsariga di quello utilizzato ad inizio secolo. Il governo infatti ha deciso di abbandonare il metodo del 2024 che tra l’altro viene accusato di una sua potenziale incostituzionalità tanto è vero che è finito in un ricorso alla Corte Costituzionale. Quindi, le pensioni nel 2025 saliranno nel seguente modo:
- 0,80% per le pensioni o per la parte di pensione che di importo arriva fino a 4 volte il trattamento minimo;
- 0,72% (il 90% dello 0,8%) per la parte di pensione sopra 4 volte il trattamento minimo e fino a 5 volte;
- 0,60% (il 75% dello 0,8%) per le pensioni sopra 5 volte il trattamento minimo.
Dall’assegno sociale alle prestazioni per gli invalidi
Anche nel 2025 come nel 2024 sulle pensioni integrate al trattamento minimo il governo ha inserito una extra rivalutazione. che però a differenza del 2024 quando fu del 2,7% è stata confermata al 2,2%.
Di conseguenza le pensioni integrate al trattamento minimo che nel 2024 erano pari a 598,61 euro poi passate a 614,77 euro nel 2025 saranno pari a 603,40 euro alla luce dell’aumento dello 0,8%. Per poi passare, alla luce dell’aumento extra del 2,2% a 616,67 euro al mese.
L’assegno sociale salirà anch’esso dello 0,8% e nel 2025 passa da 534,41 euro al mese a 538,69 euro al mese. Così come le vecchie pensioni sociali, per chi ancora le prende, saliranno a 443,94 euro al mese. Nel 2024 l’importo della pensione di invalidità civile è stato pari a 333,33 euro per poi diventare pari a 342,33 euro per l’incremento extra del 2,7% come per le minime. Nel 2025 invece si passa allo 0,8% di incremento sui 333,33 euro al mese e poi al 2,2% di extra rivalutazione per le minime. Per un trattamento per gli invalidi che sale a 343,39 euro.
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