Pensione invalidi, nel 2025 oltre 700 euro al mese Pensione invalidi, nel 2025 oltre 700 euro al mese

Aumentare la pensione: ecco di quanto lavorando qualche mese in più

Aumentare l’importo della pensione non è così difficile, basta lavorare qualche mese in più.

Rinviare il momento del pensionamento, anche solo di qualche mese, può rivelarsi una scelta strategica per migliorare l’assegno pensionistico e ottenere benefici non trascurabili. Non si tratta semplicemente di versare più contributi, ma di una serie di vantaggi che potrebbero influenzare positivamente la situazione economica del pensionato a lungo termine.

Il ruolo dei contributi aggiuntivi

Ogni mese di lavoro in più contribuisce a incrementare il montante contributivo, cioè la somma accumulata durante la carriera lavorativa. Questo significa che, con ulteriori versamenti, l’assegno pensionistico sarà calcolato su una base più alta. Ad esempio, per chi rientra nel sistema di calcolo contributivo, il valore della pensione dipende direttamente dai contributi versati nel tempo.

Ma i benefici non si fermano qui. Rinviare la pensione consente di aumentare anche il coefficiente di trasformazione, cioè il valore che traduce il montante contributivo in rendita annua. Questo coefficiente cresce con l’età, quindi ogni mese in più di attesa potrebbe significare un aumento significativo dell’importo mensile percepito.

L’impatto sulla durata del trattamento pensionistico

Un ulteriore vantaggio riguarda la durata stimata del periodo di pensionamento. Posticipando l’uscita dal lavoro, la pensione sarà calcolata su un arco temporale più breve, portando a un assegno mensile potenzialmente più elevato. Questo meccanismo, sebbene legato a calcoli attuariali, può fare una differenza concreta nella vita di un pensionato.

Facciamo qualche esempio pratico.

Immaginiamo un lavoratore prossimo alla pensione che scelga di prolungare l’attività lavorativa per sei mesi oltre la data prevista. Durante questo periodo, percependo uno stipendio di 2.200 euro al mese, potrebbe contribuire al sistema previdenziale con un totale di circa 4.000 euro (supponendo una trattenuta previdenziale del 30%). Questo importo andrebbe ad aumentare il montante contributivo, determinando un incremento nell’assegno pensionistico mensile.

Inoltre, grazie al miglioramento del coefficiente di trasformazione associato all’età più avanzata, l’assegno pensionistico mensile potrebbe aumentare di 30-40 euro. Sebbene possa sembrare un importo modesto, la differenza si accumula considerevolmente nel corso degli anni di pensionamento, traducendosi in un beneficio economico significativo per il pensionato.

La flessibilità delle opzioni di pensionamento

Il sistema previdenziale italiano offre diverse opzioni per andare in pensione anticipata o posticipata. Tuttavia, prendere tempo per valutare con attenzione il momento giusto per uscire dal mondo del lavoro è essenziale. Oltre ai benefici economici, continuare a lavorare per qualche mese in più potrebbe offrire altri vantaggi, come la possibilità di mantenere un’assicurazione sanitaria aziendale o di ricevere premi di fine rapporto più alti.

Sebbene possa essere allettante andare in pensione il prima possibile, è importante considerare l’impatto che pochi mesi in più di lavoro possono avere sull’assegno pensionistico e sulla sicurezza economica a lungo termine. Pianificare con attenzione, magari con l’aiuto di un consulente previdenziale, potrebbe fare la differenza tra una pensione sufficiente e una che consente un tenore di vita più sereno.

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