Non ci sono solo le nuove possibilità di andare in pensione con le nuove misure previste dal governo nella legge di Bilancio. Per il sistema previdenziale la manovra finanziaria ha confermato anche un cambiamento del meccanismo di indicizzazione delle pensioni. Si passa da tre a sei fasce e per i pensionati molto potrebbe cambiare da questo punto di vista. Resta il fatto che per colpa dell’inflazione record registrata in questi ultimi periodi, molti italiani troveranno aumenti di rilievo e con gli assegni a partire dal rateo di gennaio 2023.
Aumento pensione 2023, le vere cifre
Cambia la perequazione, o meglio cambia il meccanismo con cui le pensioni verranno indicizzate al tasso di inflazione. Il nuovo governo ha deciso di adottare un meccanismo diverso dal precedente che era basato su sole tre fasce in base all’importo della pensione. Adesso le fasce diventano sei, e per i pensionati che hanno assegni di importo più alto, il meccanismo di perequazione è meno favorevole rispetto a prima. Sull’aumento pensione 2023, le vere cifre sono ciò che i lavoratori chiedono di conoscere. Ma sulle quali aleggiano ancora diversi dubbi, soprattutto perché continuano ad arrivare false notizie e false illusioni.
Il nuovo meccanismo di indicizzazione
Aumento al 100% della pensione col rateo di gennaio. Molti siti e giornali titolano così. Ma significa che chi avrà diritto alla rivalutazione piena, avrà un incremento del100%, non della pensione, bensì dell’inflazione. E se il tasso dell’aumento del costo della vita è del 12% come sembra, a tanto ammonterà l’aumento della pensione. Ma solo per la prima fascia, per la quale nulla cambia anche rispetto al meccanismo precedente. Si tratta dei pensionati con assegni fino a 4 volte il trattamento minimo che per il 2022 è pari a 525 euro al mese. Rivalutazione piena per le pensioni fino a 2.100 euro al mese.
Le nuove fasce di rivalutazione
Fino ad oggi, la rivalutazione delle altre due fasce oltre lavoro a età pari al 90% per le pensioni tra 4 e 5 volte il minimo e del 75% per i trattamenti più alti. Adesso invece si passa a una rivalutazione dell’80% sulle pensioni tra 4 e 5 volte il trattamento minimo, e poi, di fascia in fascia al 55%, 50%, 40% e 35%.