L’aumento pensione 2027 è uno degli argomenti più discussi del momento. Cosa succederà nei prossimi anni? Chi rischia di dover lavorare più a lungo?
L’Istat ha certificato che, a partire da gennaio 2027, l’età pensionabile e i requisiti contributivi subiranno un incremento a causa dell’innalzamento della speranza di vita. Serviranno 67 anni e 3 mesi per accedere alla pensione di vecchiaia e 43 anni e 1 mese di contributi per quella anticipata (42 anni e 1 mese per le donne).
Il governo potrebbe intervenire per sterilizzare l’aumento, ma nulla è ancora definitivo. Senza un blocco normativo, migliaia di lavoratori potrebbero trovarsi senza impiego e senza pensione.
Aumento pensione 2027?
Il meccanismo di adeguamento è automatico: ogni due anni i requisiti pensionistici vengono aggiornati in base all’andamento della speranza di vita a 65 anni. Secondo i dati Istat, nel biennio 2023-2024 la speranza di vita è aumentata in media di sette mesi rispetto al biennio 2021-2022. Tuttavia, considerando il calo registrato durante la pandemia, l’incremento effettivo è limitato a tre mesi, il massimo previsto per ogni biennio.
Se il governo non interverrà per bloccare l’aumento, dal 2027:
- La pensione di vecchiaia scatterà a 67 anni e 3 mesi.
- La pensione anticipata richiederà 43 anni e 1 mese di contributi per gli uomini e 42 anni e 1 mese per le donne.
Il governo ha tempo fino alla fine dell’anno per trovare le risorse necessarie a sterilizzare l’adeguamento. In passato, interventi simili sono già stati adottati per evitare che l’automatismo penalizzasse i lavoratori prossimi alla pensione. “Bloccheremo l’aumento dell’età pensionabile nel 2027“ ha dichiarato il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, confermando l’intenzione dell’esecutivo di intervenire sulla normativa.
Cosa potrebbe accadere con aumento pensione?
La questione era già emersa all’inizio dell’anno, quando la Cgil aveva denunciato l’inserimento dei nuovi requisiti nei sistemi Inps utilizzati dai patronati per il calcolo delle pensioni, ancor prima dell’ufficializzazione. Il sindacato aveva segnalato, il 9 gennaio, una “modifica unilaterale dei requisiti pensionistici”, con un incremento di 3 mesi dal 2027 e altri 2 mesi dal 2029.
Un aumento dell’età pensionabile senza adeguati correttivi potrebbe avere conseguenze significative per migliaia di lavoratori. In particolare, chi svolge lavori usuranti o è già vicino alla pensione rischia di subire un allungamento della carriera lavorativa senza la certezza di poter accedere all’assegno previdenziale nei tempi previsti. La decisione finale dipenderà dalle scelte del governo e dalla disponibilità di risorse economiche per evitare l’aumento dei requisiti pensionistici.