La scelta di continuare a lavorare oltre il minimo richiesto per andare in pensione può avere un impatto significativo sull’importo del trattamento previdenziale, specialmente con il sistema contributivo puro, dove l’assegno pensionistico è direttamente proporzionale ai contributi versati. Vediamo, con esempi concreti, di quanto potrebbe aumentare la pensione annua e mensile di un lavoratore con stipendi di 1.600, 1.800 e 2.000 euro lordi al mese.
Come funziona il sistema contributivo?
Nel sistema contributivo, l’importo della pensione è calcolato in base al montante contributivo accumulato nel corso della carriera lavorativa, moltiplicato per un coefficiente di trasformazione. Quest’ultimo varia in funzione dell’età al momento del pensionamento (più si va in pensione tardi, più il coefficiente aumenta).
Con un’aliquota contributiva del 33%, ogni anno di lavoro aggiuntivo incrementa il montante, facendo crescere proporzionalmente anche la pensione futura.
Per calcolare l’incremento della pensione calcolata con il sistema contributivo puro con un anno di lavoro in più, è necessario considerare i seguenti elementi:
- aliquota di contribuzione: In Italia, l’aliquota è del 33% dello stipendio lordo per i lavoratori dipendenti;
- rendimento del montante contributivo: Il rendimento annuo è determinato dal coefficiente di trasformazione, che dipende dall’età del lavoratore al momento della pensione;
- stipendio lordo annuo: Questo varia in base agli stipendi
Gli esempi concreti
Ecco come cambia la pensione per i diversi stipendi:
Stipendio lordo mensile (€) | Montante contributivo annuale (€) | Incremento pensione annua (€) | Incremento pensione mensile (€) |
---|---|---|---|
1.000 | 4.290 | 239,17 | 18,40 |
1.100 | 4.719 | 263,08 | 20,24 |
1.200 | 5.148 | 287,00 | 22,08 |
1.300 | 5.577 | 310,92 | 23,92 |
1.400 | 6.006 | 334,83 | 25,76 |
1.500 | 6.435 | 358,75 | 27,60 |
1.600 | 6.864 | 382,67 | 29,44 |
1.700 | 7.293 | 406,58 | 31,28 |
1.800 | 7.722 | 430,50 | 33,12 |
1.900 | 8.151 | 454,42 | 34,96 |
2.000 | 8.580 | 478,34 | 36,80 |
2.100 | 9.009 | 502,25 | 38,63 |
2.200 | 9.438 | 526,17 | 40,47 |
2.300 | 9.867 | 550,09 | 42,31 |
2.400 | 10.296 | 574,00 | 44,15 |
2.500 | 10.725 | 597,92 | 45,99 |
L’analisi dei risultati
Per un lavoratore con uno stipendio lordo di 1.600 euro, l’incremento della pensione annua è di circa 382,72 euro, che corrispondono a un aumento di 29,44 euro al mese.
Lo stesso lavoratore con uno stipendio di 1.800 euro vedrà la sua pensione aumentare di 430,35 euro all’anno (pari a 33,11 euro al mese), mentre chi percepisce 2.000 euro al mese otterrà un incremento di 478,58 euro annui, ovvero 36,81 euro al mese.
Perché lavorare un anno in più?
Questi numeri dimostrano che continuare a lavorare oltre l’età minima di pensionamento può portare a benefici economici tangibili. Sebbene gli incrementi mensili possano sembrare contenuti, cumulativamente, nel corso della vita pensionistica, rappresentano somme rilevanti.
Ad esempio, per un pensionato che vive altri 20 anni dopo il pensionamento, un incremento mensile di 36,81 euro porta a guadagni complessivi superiori ai 8800 euro. Questo calcolo non tiene conto di eventuali rivalutazioni legate all’inflazione, che potrebbero aumentare ulteriormente l’importo della pensione.
La scelta di prolungare la vita lavorativa, in ogni caso, dipende da molte variabili personali e professionali. Tuttavia, i dati indicano che, sotto il profilo economico, un anno di lavoro in più può essere una strategia valida per aumentare la pensione e migliorare la sicurezza finanziaria negli anni della pensione.
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