Qualche giorno fa abbiamo rimarcato il fatto che presto anche le pensioni di vecchiaia saliranno di nuovo come requisiti perché così funziona il nostro sistema pensionistico. Oggi però analizziamo anche un altro aspetto, appena sfiorato a quando si stava delineando lo scenario di una riforma delle pensioni che poteva essere sicuramente considerata senza precedenti. Infatti si parlava con insistenza di un ritocco al sistema, con dentro misure flessibili davvero particolari, ma che portavano in salita il classico requisito minimo anagrafico. Ecco pertanto che i lavoratori che guardano al futuro per la loro pensione presto potrebbero fare i conti con due diversi inasprimenti. Al momento è uno scenario ipotetico, ma il sistema potrebbe davvero viaggiare dritto verso questi avvenimenti.
Aumento requisiti per le pensioni, ecco quando serviranno più di 20 anni di contributi e più di 67 anni di età
Poco prima della pausa estiva dei lavori parlamentari se c’era una novità riguardante le pensioni che maggiormente interessava i contribuenti, questa novità era una proposta che pare sia alla base di un lavoro del CNEL, cioè del pool di esperti incaricato dall’ex Ministro Brunetta anche di organizzare una proposta seria di riforma delle pensioni.
Ed in una proposta, di cui si è ampiamente parlato nei mesi scorsi, fuoriuscita dalla commissione di esperti nominata proprio per dare manforte alla necessità di trovare una riforma delle pensioni votata alla flessibilità ed alla sostenibilità, ecco che compariva un inasprimento dei requisiti. Dal CNEL ecco la possibilità di mandare in pensione i lavoratori tra i 64 e i 72 anni di età, in maniera flessibile ed a libera scelta degli interessati. Con penalizzazioni sulle pensioni per chi anticipava troppo, data la prevista revisione dei coefficienti di trasformazione che diventerebbero ancora meno appetibili di oggi per chi esce prima dei 67 anni di età. E premi per chi restava al lavoro oltre quella età.
Anche le pensioni di vecchiaia a 25 anni di contributi?
Flessibilità a partire dai 64 anni ma non più con i soliti 20 anni di contributi, perché questa soglia prevista per le pensioni di vecchiaia ormai sembra superata. Infatti per la misura flessibile di cui si parlava, sarebbero state concesse le pensioni solo con 25 anni di contributi. E qualcuno ha pensato che il trend sia questo anche per le future pensioni di vecchiaia. In pensione con 25 anni di versamenti e non più con 20 anni come oggi, questo lo scenario futuribile anche se al momento solo ipotetico.
L’aumento di età e contributi fisiologico e proviene dalla legge Fornero
A questo incremento si aggiunge come detto in premessa e come ne abbiamo già parlato settimane fa, l’aumento dell’età pensionabile della vecchiaia e l’aumento della carriera contributiva per le pensioni anticipate. La pensione anticipata ordinaria è quella misura che si percepisce una volta raggiunta la giusta carriera contributiva prevista dalle normative vigenti. Nel 2024 così come nel 2025 per andare in pensione con le anticipate ordinarie servono 42 anni e 10 mesi di contributi versati per gli uomini è 41 anni e 10 mesi di contributi versati per le donne. La pensione di vecchiaia ordinaria invece è una misura che rispetto alle anticipate prevede un limite di età oltre che la giusta contribuzione versata. In effetti servono almeno 67 anni di età sia per gli uomini che per le donne e servono almeno 20 anni di contributi versati. Anche nel 2025 questi saranno i requisiti previsti per entrambe le misure e quindi nessun tipo di problema esiste nel 2025 per chi intende sfruttare questi canali di pensionamento.
L’aspettativa di vita dal 2027
Le regole del sistema previdenziale per quanto riguarda lo spaccato di queste due misure ordinarie e le normative in vigore però prevedono ci sia il cosiddetto collegamento alle aspettative di vita della popolazione. Più sale la vita media della popolazione più salgono i requisiti di accesso alle prestazioni pensionistiche. Per esempio nel 2019 ci fu uno scatto di 5 mesi che portò l’età pensionabile della pensione di vecchiaia ordinaria da 66 anni e 7 mesi di età a 67 anni. Aumento requisiti pensioni che in effetti spostarono di 5 mesi l’uscita di molti contribuenti. Anche per via della pandemia la vita media della popolazione non è salita, congelando anche i requisiti per le pensioni. Adesso però la tendenza è tornata a salire. La vita media sale e questo alla lunga prevede che questi i requisiti saliranno. Al momento è praticamente certo che i requisiti per le pensioni ordinarie saranno invariati fino al 2026 per poi tornare a salire nel 2027. Probabilmente quindi nel 2027 non saranno più sufficienti 67 anni di età per la pensione di vecchiaia ma bisognerà arrivare a 67 anni e due o tre mesi. Come per le pensioni anticipate ordinaria si potrebbe salire oltre 43 anni punto.