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Aumento stipendio lavoratori, 200 euro in più al mese con la riforma del fisco? ecco a chi e perché

Stipendio più alto con la riforma del Fisco, ecco come, per chi e perché.

Sul lavoro si pagano le tasse così come si pagano sui redditi, sulla casa, sui soldi in banca e così via dicendo. L’Italia è un Paese ad alta tassazione e questo è un dato di fatto incontrovertibile. Ma adesso l’Italia è alle porte di una profonda riforma fiscale. E qualcosa per forza di cose cambierà anche dal punto di vista delle tasse per gli stipendi. Ma cosa?

Aumento stipendio lavoratori anche 200 euro in più per redditi fino a 20.000 euro

aumento stipendio

Cosa cambierà per i lavoratori e soprattutto cosa cambierà per lo stipendio che percepiscono mensilmente durante la loro attività lavorativa? Una domanda comune a molti che sentono dire che la riforma fiscale porterà soldi in più di stipendio. Al momento si attende la terza lettura nel disegno di legge delega sulla riforma fiscale dopo il via libera del Senato. Infatti il testo del decreto tornerà adesso alla Camera è se le indiscrezioni verranno confermate, si tratterà adesso dell’ultima lettura e quindi di un decreto definitivamente approvato.

Al momento il DDL non fa altro che fissare per grandi linee gli obiettivi dal punto di vista fiscale che la riforma dovrà avere. Non ci sono ancora i dettagli, ma una cosa appare chiara. Si punta tutto sulla riduzione da quattro a tre aliquote per l’Imposta sul reddito delle persone fisiche cioè sull’IRPEF. Ed è proprio la tassazione sui redditi che influirà sugli stipendi.

Riforma del Fisco, novità in arrivo, vantaggi per alcuni lavoratori

L’interesse maggiore riguarda i lavoratori con redditi che oggi rientrano nella prima e nella seconda aliquota Irpef. Come tutti sanno oggi, per redditi fino a 15.000 euro annui si paga di IRPEF il 23%. In pratica su 10.000 euro di reddito un lavoratore versa 2300 euro di imposta. Il secondo scaglione invece va da redditi sopra 15.000 euro e fino a 28.000 euro. E l’aliquota per il secondo scaglione di oggi è del 25%. Gli altri due scaglioni sono con aliquota 35% e 43%. Rispettivamente per redditi da 28.000 a 50.000 euro e per redditi superiori a 50.000.

Va detto che gli scaglioni IRPEF sono progressivi nel senso che il 25% del secondo scaglione per esempio, si applica soltanto sulle somme che eccedono i 15.000 euro del primo scaglione. Così come il 35% si applica solo sulle eccedenze rispetto ai 28.000 euro e il 43% sulle eccedenze rispetto ai 50.000.

L’idea di ridurre da quattro a tre questi scaglioni parte dal concetto che bisogna aumentare la fascia dei contribuenti a cui applicare l’aliquota più bassa. Sicuramente per via delle risorse a disposizione non si riuscirà ad accorpare interamente primo e secondo scaglione. Ma si andrà probabilmente, sopra i 15.000 euro. Se, per esempio, si arrivasse a 20.000 euro, un lavoratore con redditi proprio da 20.000 euro godrebbe di 200 euro in più di stipendio.