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Baby sitter e badanti: diventare autonome con partita IVA, guida alla convenienza

Fare la baby sitter o la badante e mettersi in proprio, dall’apertura della Partita IVA a tasse e spese.

Anche se in misura minore rispetto alle badanti, anche le baby sitter sono molto richieste e molto utilizzate dalle famiglie italiane.

E non sono poche le baby sitter che si chiedono se sia conveniente mettersi in proprio, magari aprendo la partita IVA.

Ecco cosa occorre sapere, quali sono le cose da conoscere, tasse, costo e vantaggi.

Servizi di baby sitting da lavoratrice autonoma, come fare?

Una delle motivazioni maggiori che possono spingere una baby sitter a decidere di lasciare il lavoro presso committenti è il meccanismo di pagamento. Per esempio, ci sono baby sitter che lavorano in maniera continuativa per più famiglie, ma vengono pagati tramite il libretto famiglia. Ma come si sa essere retribuiti con i vecchi voucher ha dei limiti.

Il Libretto Famiglia infatti è rivolto alle persone fisiche che non esercitano attività professionale o d’impresa. Per questo è uno strumento che le famiglie utilizzano per servizi come quelli offerti da baby sitter e badanti.  La sporadicità delle attività è alla base del corretto utilizzo del libretto famiglia.  Il libretto famiglia è l’alternativa ai precedenti voucher ed è infatti composto da titoli di pagamento del valore nominale di 10 euro con cui pagare massimo un’ora di lavoro a buono.

Per l’utilizzo del Libretto Famiglia, i limiti sono pari a 5.000 euro con riferimento alla totalità degli utilizzatori o per le prestazioni complessivamente rese da ogni prestatore in favore del medesimo utilizzatore, fino a 2.500 euro.

Limiti che possono produrre il fatto che il lavoratore non può più essere retribuito nel momento in cui sfora questi limiti continuando comunque a lavorare.

Aprire la partita Iva per badante o baby sitter, come fare

Per questo c’è chi si chiede se sia il caso di aprire una partita Iva e di fatto mettersi a lavorare in proprio continuando ad offrire i servizi di baby sitting o di assistenza anziani.

Naturalmente occorre sapere bene cosa si sta facendo perché occorre pagare le tasse e perché se si sceglie il regime ordinario la tassazione può essere piuttosto elevata. Anche per queste particolari attività però c’è il regime forfettario, che consente di pagare meno tasse. Pari al 15% (ma per i 5 anni di attività, a determinate condizioni si paga solo il 5%). Si tratta delle imposte sui redditi prodotti dall’attività autonoma.

Occorre poi iscriversi alla gestione separata dell’Inps, che a differenza di quella classica, permette di pagare i contributi calcolati sul reddito effettivamente prodotto e non sui minimali contributivi.