Quanto bisogna pagare una badante lo stabilisce il CCNL di categoria. Ciò che viene fissato dal Contratto collettivo però, sono i minimi tabellari, cioè il salario minimo sotto cui non si dovrebbe pagare la lavoratrice. Questo è ciò che accade in ogni CCNL e per ogni settore lavorativo.
Poi ci sono tante variabili che incidono sul corrispettivo da versare ad una lavoratrice o ad un lavoratore e molte di queste variabili sono lasciate alla contrattazione individuale tra chi offre il lavoro e chi lo accetta.
Per questo lo stipendio della badante è assai variabile da Regione a Regione e da Comune a Comune. Anche perché come dicevamo, ci sono tante cose da considerare nel momento in cui si determina il giusto corrispettivo da erogare.
Assunzione badante, mansioni e stipendio
Il CCNL vale per qualsiasi parte d’Italia perché è univoco. Pertanto, il calcolo dello stipendio della badante non varia in funzione della zona di residenza dell’anziano. Ciò che cambia sono le dinamiche del lavoro. Per esempio, ci sono badanti non conviventi che magari devono prendere il tram piuttosto che la metro per arrivare al posto di lavoro. E ci sono anche badanti che invece vivono se non in regime di convivenza con l’anziano, quanto meno vicine a casa di quest’ultimo.
E poi c’è l’ambito del lavoro, perché ci sono badanti a cui è richiesta solo la presenza, o ci sono quelle che devono prestare assistenza all’anziano. Oi ci sono quelle a cui vengono chieste anche le faccende domestiche, oppure di cucinare non solo per l’anziano ma anche per la famiglia di quest’ultimo.
Variabili dicevamo, che devono essere previste in sede di scrittura della lettera di assunzione o del contratto vero e proprio. E naturalmente incidono anche sullo stipendio.
Cosa dice il CCNL alla voce stipendio
Nel CCNL i lavoratori domestici vengono suddivisi in livelli e per ogni livello ci sono determinate mansioni o ruoli da svolgere. In linea di massima nelle grandi città del Centro e del Nord Italia gli stipendi sono più elevati. E le differenze spesso sono marcate per lavoratori che svolgono le stesse attività.
In linea di massima per un lavoratore in regime di convivenza, lo stipendio va da un minimo di 636 euro al mese ad un massimo di 1.214 euro. Parliamo di stipendio senza considerare il surplus dell’indennità che in media vale intorno a 170 euro al mese.
Anche per i non conviventi la situazione può essere variabile. SI va infatti da un minimo di 4,62 euro per ora di lavoro ad un massimo di 8,21 euro. Non meno importanti le differenze per il lavoro notturno. In questo caso si va da un minimo di 997 euro ad un massimo di 1.396 euro.