Anche se licenziare una badante è molto semplice, visto che non bisogna fornire la prova della giusta causa o del giusto motivo di licenziamento, è bene sottolineare che devono essere rispettati i giorni di preavviso obbligatori previsti dal CCNL. Questo è l’unico vincolo a cui deve sottostare il datore di lavoro poichè il lavoratore domestico licenziato deve programmare il proprio futuro e non può trovarsi senza entrate dall’oggi al domani.
Soprattutto, poi, se la badante è convivente: in questo caso, infatti, la lavoratrice dovrà provvedere anche a trovare una sistemazione per l’alloggio.
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Preavviso badante licenziata
Alla badante non è dovuto il preavviso se il licenziamento avviene per giusta causa, ovvero a causa di un comportamento del lavoratore che non permette il proseguimento del rapporto poichè è venuto a mancare il rapporto di fiducia. Come avviene, per esempio, se la lavoratrice è assente ingiustificata dal lavoro o ha compiuto atti violenti nei confronti dell’assistito.
In tutti i casi in cui il licenziamento non sia causato da un comportamento della badante, quindi, il lavoratore è tenuto al periodo di preavviso. Il periodo cambia in base all’anzianità di servizio della dipendente e dall’orario di lavoro svolto.
Per una badante che lavora almeno 25 ore a settimana sono dovuti 15 giorni di preavviso se ha lavorato presso lo stesso datore di lavoro negli ultimi 5 anni e 30 giorni di preavviso se, invece, lavora da almeno 6 anni per lo stesso soggetto.
Se la badante, invece, lavora per meno di 25 ore settimanali il periodo di preavviso è di 8 giorni se ha lavorato presso lo stesso datore di lavoro negli ultimi 5 anni e di 15 giorni di preavviso se, invece, lavora da almeno 6 anni per lo stesso soggetto.
Nel periodo di preavviso la badante avrà diritto non solo al trattamento economico per il lavoro svolto ma anche al vitto e all’alloggio per lo stesso periodo di tempo. Il datore di lavoro, poi, può decidere di far smettere il lavoro della dipendente da subito pagando l’indennità di mancato preavviso.
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