In Italia ci sono delle situazioni che spesso sono davvero paradossali quando si parla di lavoro. Ed a prescindere dal settore perché riguarda operai, impiegati, edili, metalmeccanici e pure badanti e colf. Un fenomeno tipicamente nostrano è quello delle ferie che si prolungano in maniera unilaterale da parte del lavoratore. In pratica un lavoratore va in ferie e non rientra al lavoro subito dopo ilo periodo pattuito con il datore di lavoro.
A volte in maniera del tutto autonoma e senza alcuna giustificazione. In altri casi usando l’istituto della malattia. Fatto sta che spesso capita che il lavoratore decida di prendersi un periodo più lungo di ferie, credendo che non ci siano conseguenze. Ma a conti fatti non è così e adesso vedremo cosa succede a compiere quello che in alcuni casi è un inadempimento contrattuale. Per esempio, se la badante non rientra dalle ferie, ecco cosa succede tra malattie e assenze ingiustificate.
Le ferie del lavoratore, ecco cosa sono
Rigenerarsi dopo il lavoro, recuperare le energie e riposare, questi sono i principi basilari che perfino la nostra Costituzione usa per confermare come inviolabile il diritto alle ferie da parte del lavoratore. Le ferie non possono essere negate al lavoratore e non possono nemmeno essere monetizzate. Un dipendente matura per ogni anno solare di lavoro, 26 giornate di ferie. Di queste, due settimane vanno concesse al lavoratore, in maniera continua entro lo stesso anno di maturazione. Per le altre due settimane invece, la fruizione può slittare ma sempre entro massimo i 18 mesi successivi. Serve sempre il reciproco accordo per il godimento delle ferie comunque.
Ferie prolungate dal lavoratore in maniera autonoma
Come dicevamo però spesso in Italia i dipendenti fanno cose poco ortodosse. Per esempio prolungano le ferie, magari mettendosi in malattia. Statisticamente infatti le malattie collegate alle ferie o collegate ai weekend e ai ponti sono sempre in numero maggiore rispetto alla media degli altri periodi dell’anno. Ed il dubbio che si tratti di false malattie, furbetti o assenteisti è sempre elevato. Oltretutto c’è anche chi non utilizza nemmeno la malattia per prolungare le ferie, forse convinto che avendo maturato 26 giorni ed avendone pattuiti 15, si può fare così rientrando nella norma.
Malattia, cambia tutto in base a quanto è sopraggiunta
Chi non giustifica in alcun modo il prolungamento delle ferie, tanto nel settore domestico che in altri settori, rischia di subire richiami verbali, richiami scritti e di perdere prima di tutto la retribuzione per quei giorni di ferie in più e poi il lavoro per via dell’inevitabile a volte, licenziamento disciplinare. Se invece produce le giustificazioni come la malattia per esempio, bisogna capire quanto è sopraggiunta la malattia. Se è arrivata prima del periodo di godimento delle ferie, queste vengono posticipate. Se invece la malattia sopraggiunge durante le ferie, queste vengono sospese ed il periodo automaticamente commutato in malattia. Ma non vuol dire che se il lavoratore doveva rientrare in servizio, il fatto che la malattia sostituisca le ferie prolunga le assenze.