La maggior parte delle badanti sono assunte in quello che viene chiamato regime di convivenza. In altri termini, il posto di lavoro coincide con la casa dove vive il soggetto bisognoso di assistenza da parte della badante. E sempre questo posto coincide con il luogo di residenza della badante. Ma vivere dove si lavora, non significa lavorare per tutte le 24 ore di cui una giornata è formata.
Più che regole specifiche per il settore domestico, il divieto di lavorare 24 ore su 24 è un principio costituzionale ma anche comunitario. Un lavoratore ha diritto al riposo, e questo diritto è importante tanto in ambito di normativa sul lavoro, che in materia di diritto alla salute.
Riposo necessario per la badante, ed è obbligatorio per legge
La badante assunta dall’anziano a cui presta assistenza, oppure dalla famiglia di quest’ultimo, ha diritto a staccare dal lavoro con quello strumento che si chiama riposo. Ed è un diritto che vale anche per le lavoratrici del settore che sono assunte in regime di convivenza. Sono 11 ore al giorno consecutive di riposo quelle che alla badante non possono essere negate. Anche per la badante con attività impostata anche con l’obbligo di presenza notturna. Perché evidentemente se un anziano non autosufficiente ha bisogno di una badante, è probabile che ne abbia bisogno anche di notte all’occorrenza. Ma ciò non vuol dire che la badante può essere assunta per lavorare tutte le 24 ore della giornata.
La presenza notturna, di cosa si tratta?
In linea di massima una badante che viene assunta in convivenza con l’assistito deve partire da una particolare base oraria. Infatti su 24 ore di cui consta una giornata, 10 ore sono quelle effettive di lavoro che deve svolgere. Sono le ore di lavoro vero e proprio, che devono essere utilizzate per l’assistenza all’anziano o per i servizi domestici collegati a questa assistenza, come la pulizia sia dell’assistito che del luogo in cui l’assistito vive. Un’ora invece deve essere dedicata ai pasti. Due ore al giorno sono quelle relative alla pausa pomeridiana per chi lavora sia di mattina che di pomeriggio.
Ed infine, le famose 11 ore di riposo consecutive. Evidente che la presenza notturna non deve essere intesa come parte della giornata lavorativa. E se l’assistito ha bisogno di cure e di interventi della badante in queste ore dedicate al riposo, sia notturno che pomeridiano, ecco che si entra nell’ambito del lavoro straordinario.
Ogni settimana di lavoro inoltre, la badante ha diritto a 36 ore di riposo. In linea di massima 24 ore consecutive devono essere concesse ogni domenica, anche se in via straordinaria si può concordare il riposo in altra giornata. Le altre 12 ore, in genere mezza giornata di sabato, sono liberamente concordabili tra le parti.
Chi può e ne ha necessità, deve avere due badanti
Se i bisogni dell’anziano sono tanti e vanno spesso oltre il normale orario di lavoro concordato con una badante, ecco che bisogna pensare di assumere due badanti. la prima di ruolo, ovvero quella che deve svolgere il lavoro come prima detto, ed a cui vanno concesse le ore di riposo giornaliere e settimanali prima citate. La seconda per la notte, sia come presenza che come lavoro.
Non tutti i datori di lavoro possono permettersi due badanti. Ma a conti fatti, se si seguono le regole del CCNL, anche una sola badante può finire con il costare tanto, rendendo la via delle due lavoratrici, forse più economica. Perché le ore di lavoro in più richieste anche in via eccezionale alla badante di ruolo, devono essere pagate profumatamente.
Ogni ora di lavoro in più deve essere pagata con la normale paga oraria con l’aggiunta delle maggiorazioni per lavoro straordinario. Il 25% di maggiorazione va aggiunta alla paga oraria della badante che svolge ore di lavoro straordinario dalle 06.00 alle 22:00. Dopo le 22:00 e fino alle 06:00 del mattino seguente, la maggiorazione è del 60%.