Con l’avanzare dell’età sempre più spesso i genitori richiedono assistenza per la propria cura soprattutto nel caso sopraggiunga infermità o perdita dell’autonomia personale. In molti casi la famiglia sceglie di rivolgersi ad una badante ma in alcuni altri non si vuole affidare il benessere di un proprio caro a mani estranee.
E proprio per questo motivo si cerca di prestare assistenza come si può, conciliando la cura con la propria professione (anche per non perdere preziosi contributi utili alla pensione).
Ma nel caso che il ruolo di cura e assistenza voglia prestarlo un figlio o una figlia, magari disoccupato, è possibile per il genitore assumerli? Vediamo cosa prevede la normativa di riferimento rispondendo alla domanda di una nostra lettrice che ci chiede:
Buongiorno. Mia madre ha invalidità 100 per cento e percepisce un accompagnamento.Mi può assumere come assistenza,colf. In più dovrei fare il rinnovo del permesso di soggiorno fra 2 mesi mi scade. Questo contratto stipulato nel caso con mia mamma mi aiuta a rinnovarlo?anche perché non posso lasciare l Italia e soprattutto mia madre da sola.Aspetto riscontro grazie
La figlia come badante può essere assunta?
Legalmente è possibile assumere un familiare o affine entro il terzo grado ma il rapporto di lavoro deve essere verificato dall’INPS. Il coniuge, ad esempio, non può essere assunto come badante o colf, l’INPS rifiuta a priori il rapporto di lavoro (tranne rarissimi casi) poichè in questo caso l’assistenza è dovuta per motivi affettivi e morali.
Nel caso dell’assunzione di un figlio come badante l’INPS andrà a verificare che vi sia effettivamente la retribuzione del lavoro svolto. Per essere validato il contratto di lavoro deve prevedere, quindi, una busta paga e l’effettivo compenso derivante dalla stessa.
Per rispondere alla sua domanda, quindi, sua madre può assumerla come colf o come badante a patto di farlo con regolare contratto e con il versamento sia dello stipendio previsto dalla busta paga che con il versamento dei contributi previdenziali dovuti.
Per dimostrare la sussistenza del rapporto di lavoro è utile presentare all’INPS le lettere di assunzione, il contratto firmato da ambo le parti, le buste paga e le ricevute dei bonifici con cui si è effettuato il pagamento dello stipendio dovuto.
In questo caso lei avrebbe un lavoro a tutti gli effetti che le permetterebbe il rinnovo del permesso di soggiorno.
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