Per i lavoratori domestici, che non hanno un sostituto di imposta che effettua il conguaglio fiscale, sussiste sempre l’obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi annuale.
Non necessariamente presentando il 730 si rischia di dover pagare perché colf e badanti non ricevono mensilmente in busta paga il trattamento integrativo di 100 euro (sempre per il fatto che il datore di lavoro non può anticipare queste somme come sostituto di imposta).
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Presentando la dichiarazione annuale, quindi, il lavoratore domestico va a recuperare i 1200 euro annuali spettanti come trattamento integrativo e difficilmente le tasse da pagare superano questa somma, nella maggior parte dei casi.
Stretta su badanti e colf
Nonostante questo beneficio che i lavoratori domestici avrebbero nel presentare la dichiarazione dei redditi annuale, sono ancora moltissime le badanti, le colf e le baby sitter che non onorano tale obbligo.
Non presentando la dichiarazione dei redditi i lavoratori domestici si configurano come veri e propri evasori fiscali e proprio per questo l’Amministrazione tributaria ha deciso di scovare tutti coloro che non dichiarano i propri redditi.
Come farà il Fisco a scovare gli evasori? Esistono contratti di assunzione che l’Inps ha nella sua banca dati con cui le famiglie hanno dato lavoro ai collaboratori domestici. Ci sono, poi, i contributi che le stesse famiglie versano a badanti e colf in base alla busta paga, sempre dati posseduti dall’Inps.
Incrociando i dati forniti dall’Inps, il Fisco può facilmente incrociare i nomi delle persone per le quali sono stati versati contributi e verificare se per quegli stessi nominativi esiste una dichiarazione dei redditi presentata. Se esistono contributi, ma non dichiarazione il lavoratore domestico sarà invitato dall’Amministrazione tributaria ad adempiere spontaneamente all’omissione, prima di agire con controlli fiscali veri e propri.