Per le badanti il mese di dicembre probabilmente è il mese in cui si può arrivare a percepire il massimo in busta paga. Infatti nel mese di dicembre, oltre alla normale retribuzione, si possono recuperare alcuni diritti che nessun datore di lavoro ha il potere di non concedere alla lavoratrice.
Lo stabiliscono le leggi e le regole che riguardano il settore del lavoro domestico in generale. Una autentica manna dal cielo per molte lavoratrici quello che arriva a dicembre. Nessun regalo però, perché si tratta di soldi sudati e guadagnati dignitosamente per queste lavoratrici.
Stipendio di dicembre doppio
Una prassi che si ripete ogni anno per migliaia di badanti (sono oltre 800mila le badanti regolarmente assunte) e che potrebbe riguardare anche quelle assunte male da parte di datori di lavoro che operano in maniera non consona rispetto alle regole e alle leggi.
Partiamo dalla tredicesima mensilità, che alla pari di qualsiasi altro settore lavorativo, viene erogata a dicembre. Con la busta paga di dicembre i datori di lavoro dovranno pagare la mensilità aggiuntiva ai lavoratori.
Si tratta di un diritto garantito al lavoratore nel CCNL di categoria, cioè il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Nel settore domestico la tredicesima è 1/12 dello stipendio annuo percepito. In pratica, se lo stipendio è pari ad 800 euro al mese, cioè 9.600 euro annui, la tredicesima sarà proprio di 800 euro.
Naturalmente occorre aver lavorato tutti i 12 mesi del 2021, perché si matura mese per mese. Ogni mese di lavoro svolto vale 1/12 di tredicesima.
Chi ha lavorato da febbraio (inizio mese o entro il 15 del mese, perché il mese pieno di lavoro è considerato tale con 15 giorni di assunzione), avrà diritto ad 11 parti di tredicesima, cioè, tornando all’esempio di prima, 800 euro diviso 12 per 11.
Per chi lavoro ad ore, lo stipendio orario deve essere moltiplicato per le ore effettivamente lavorate a settimana e per le settimane effettivamente lavorate nell’anno (sono 52 le settimane di lavoro in un anno intero).
Il Trattamento di fine rapporto in anticipo, come funziona?
Oltre alla tredicesima, che più o meno segue le regole generali del mondo del lavoro subordinato in Italia, per le badanti e le colf c’è un diritto in più fruibile a dicembre insieme a stipendio e tredicesima mensilità. Parliamo dell’anticipo del TFR, cioè del Trattamento di fine rapporto.
Anche questi lavoratori hanno diritto al TFR, il trattamento di fine rapporto. In genere questo si percepisce al termine del rapporto di lavoro. Ma alle badanti è concesso di richiedere al datore di lavoro, ogni dicembre, un anticipo del TFR maturato durante i mesi dell’anno lavorati.
Un anticipo pari al 70% di quanto maturato. Il restante 30’% resta accantonato e si percepisce alla fine del rapporto di lavoro. Per il calcolo si parte dalla retribuzione imponibile e si divide quella del mese per 13,5.
Anticipo TFR per badante, il calcolo
Ammettendo che tale retribuzione sia pari ad 800 euro al mese per l’anno 2021, significa che per ogni mese di lavoro la badante destina 59,26 euro al TFR. Più o meno 711 euro per una badante in servizio tutto l’anno. Anche in questo caso il calcolo per le badanti assunte dopo gennaio va fatto per i mesi effettivamente lavorati, che se sono stati 11 avranno un accantonamento del TFR di circa 652 euro, se sono stati 10 saranno 592 euro circa e così via.
Bene, il 70% di quanto accantonato può essere chiesto per iscritto e senza motivazioni particolari da dare al datore di lavoro, ogni dicembre. Per una badante con retribuzione previdenziale imponibile pari ad 800 euro, assunta dal primo gennaio dell’anno o prima, si può richiedere una cifra vicina a 500 euro.