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Badanti e colf: In pensione nel 2021, ecco chi può averla con 5 anni di contributi

Le badanti e le colf ormai sono una categoria di lavoratori alla pari di tutti gli altri, dotati di un loro CCNL che ne regola diritti e doveri, che hanno contribuzione previdenziale e così via. Proprio dal un punto di vista previdenziale, la pensione per queste lavoratrici può scattare a condizioni meno rigide di quanto accade in quasi tuti gli altri settori lavorativi. Ed in alcuni casi bastano solo 5 anni di contributi.

In pensione con solo 5 anni di contribuzione, ecco come

Chi non ha contributi accreditati presso l’Inps prima del 1996, ha diritto ad una particolare pensione di vecchiaia per la quale bastano 5 anni di contributi. In linea di massima per gli stranieri, siano essi comunitari o extracomunitari, che svolgono la professione di assistente familiare come sono stati ribattezzati tutti i lavoratori domestici dopo il rinnovo del contratto collettivo, le regole pensionistiche sono identiche agliu italiani.

In pensione di vecchiaia con 67 anni di età e 20 di contributi, in pensione anticipata con 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini, a 61 anni con invalidità pensionabile pari almeno all’80% (per le donne anche 56 anni). Per chi non ha contributi versati prima del 1996, oltre ai 20 anni di contributi occorre che la pensione di vecchiaia per essere percepita,  sia pari ad almeno 1,5 volte l’assegno sociale. Ma si può uscire anche con la quota 100 con 38 anni di contributi e 62 di età, con l’Ape sociale a 63 anni con 30 o 36 anni di versamenti, con opzione donna con 58 anni di età e 35 di contributi o con la quota 41 precoci.

Da una disamina veloce delle varie possibilità, nel settore domestico si tratta di scalare montagne, perché sono tutte misure che prevedono carriere lunghe e continue.

Lavoratori rimpatriati e soprattutto, extracomunitari

Ma se le misure classiche e temporanee oggi previste sono un autentico Everest da scalare, ci sono vie di uscita agevolate per il settore domestico. Un lavoratore che decide di rimpatriare ha diritto alla pensione anche se torna nel suo Paese d’origine ed anche se il Paese di trova fuori dell’Unione Europea.

Se una colf o una badante extracomunitaria decide di rimpatriare, e non ha contributi versati prima del 1996, può andare in pensione di vecchiaia a 67 anni anche con 5 anni contributi (anche meno) e pure senza rispettare alcun vincolo relativo all’importo minimo dell’assegno di pensione. Occorre però essere extracomunitari, con un permesso di soggiorno diverso da quello di lavoro stagionale e con pensione calcolata interamente con il sistema contributivo.