Il modello 730 per una badante è qualcosa che spesso viene sottovalutato e non utilizzato. Oggi che siamo nella fase conclusiva dell’invio del modello 730/2024 per l’anno di imposta 2023, ecco quindi che anche le badanti devono interfacciarsi con questo adempimento. In primo luogo è necessario che l’interessata adempia per mettersi in regola con il pagamento delle tasse. In secondo luogo per recuperare eventuali oneri detraibili o per recuperare il bonus Irpef da 100 euro al mese. Ma in sede di presentazione delle dichiarazioni dei redditi le sorprese non mancano.
Badanti e redditi, recuperare 1.200 euro ok, ma c’è chi invece deve versare le tasse
Il datore di lavoro del settore domestico, sia per badanti che colf, per maggiordomi o baby sitter, non funge da sostituto di imposta. Questo significa due cose. Che non trattiene le tasse e non eroga il bonus IRPEF sullo stipendio. E di conseguenza, la badante o la colf percepiscono uno stipendio lordo. Questo significa che l’IRPEF che è una imposta che in Italia si paga sul reddito prodotto nell’anno precedente, deve essere versata con il modello 730.
Possono evitare di presentare la dichiarazione le badanti che hanno dei redditi al di sotto di 8.174 euro, cioè dentro il perimetro della cosiddetta no tax area. Si tratta di un reddito questo che grazie alle detrazioni per lavoro dipendente ha una imposta pari o inferiore alla detrazione spettante. Pertanto l’interessata non deve versare nulla. La detrazione spettante è pari a 1.880 euro, esattamente pari all’IRPEF dovuta per il primo scaglione 2023 che è pari al 23% per redditi fino a 15.000 euro. Evidente che se una lavoratrice ha percepito 10.000 euro di reddito l’IRPEF dovuta sarebbe di 2.300 euro, a cui sottrarre la detrazione da 1.880 euro. In questo caso con la semplice dichiarazione dei redditi l’interessata si troverebbe a dover versare la differenza di 420 euro.
Le aliquote IRPEF e le tasse a carico della badante
Va detto però che con la dichiarazione dei redditi la lavoratrice può scaricare anche il 19% di eventuali oneri che ha sostenuto nel 2023, come per esempio le spese sanitarie in farmacia, le spese per esami e analisi e così via dicendo. Il tutto ad abbattere l’IRPEF dovuta che evidentemente sale al salire del reddito. Le aliquote usate per la dichiarazione di quest’anno sono quelle 2023 e cioè:
- 23% fino a 15.000 euro;
- 25% sul reddito compreso tra 15.001 e 28.000 euro;
- 35% sul reddito tra 28.001 e 50.000 euro;
- 43% sul reddito oltre i 50.000 euro.
In sede di dichiarazione dei redditi inoltre, sempre per via del fatto che il datore di lavoro non è sostituto d’imposta, la lavoratrice può recuperare anche il Bonus IRPEF da 1.200 euro all’anno. Parliamo del trattamento integrativo che spetta quando il reddito complessivo del beneficiario non sia superiore a 28.000 euro. Nello specifico, fino a 15.000 euro di reddito annuo il bonus è pieno ed è pari a 100 euro al mese e quindi a 1.200 euro l’anno. Per redditi superiori l’importo scende ed è modulato in base alle detrazioni, fino a non essere spettante per redditi superiori a 28.000 euro.
Ecco alcuni esempi di dichiarazione dei redditi con oneri, bonus e spese da detrarre
Quando parliamo di sorprese per la dichiarazione dei redditi parliamo del fatto che spesso ciò che ci si aspetta non accade. E così che anche per una badante, presentare la dichiarazione dei redditi aspettandosi un rimborso o quanto meno il recupero di 1.200 euro di bonus, non si materializza e si rischia di pagare. Prendiamo ad esempio una lavoratrice con reddito lordo 2023 pari a 13.000 euro (1.000 euro di stipendio al mese). In questo caso la lavoratrice ha un’imposta lorda di 2.990 euro. Come detto, deve innanzi tutto sottrarre da questa imposta la detrazione da lavoro dipendente che ammonta a 1880 euro. Se non ha ingenti spese sanitarie da detrarre (fino a 129,11 euro non si recupera niente e poi il 19% per eventuali spese successive a questi 129,11 euro), si trova a debito di IRPEF per un importo pari a 1.110 euro. In questo caso inutile attendere 1.200 euro di bonus IRPEF. Il trattamento integrativo verrebbe eroso quasi interamente dall’IRPEF dovuta (solo 90 euro spettanti).