Pagare una badante è probabilmente una delle cose più complicate da fare. Infatti parliamo di una delle attività più complicate da gestire. Infatti andare a quantificare per bene una attività strettamente collegata alle esigenze del soggetto da assistere è alquanto difficile. E poi ci sono i minimi salariali, previsti anche nel settore domestico come per qualsiasi altro settore lavorativo, dal relativo CCNL.
Ma si tratta dei minimi probabilmente più bassi tra i vari settori del lavoro dipendente o subordinato. Eppure tutto si può dire tranne che il lavoro della badante sia un lavoro facile. Tra l’altro il governo italiano ha introdotto delle tipologie di attività lavorative chiamate gravose e tra queste, che in tutto sono 15, figura anche quello della badante, o meglio della persona che per professione assiste soggetti non autosufficienti.
Ma allora, come va pagate per davvero la badante e cosa occorre sapere riguardo questa professione per così dire, particolare?
Badante e stipendio, non sempre il lavoro svolto è salariato a sufficienza
Ciò che prevede il CCNL di settore sono i minimi tabellari, cioè lo stipendio minimo da dover erogare ad una lavoratrice piuttosto che ad un lavoratore che come ruolo svolgono quello dei badanti.
Assistere un anziano o un soggetto non autosufficiente non è certo facile. Molto dipende anche dalle condizioni di menomazione del soggetto bisognoso di assistenza.
Ogni anno le associazioni dei datori di lavoro domestico e i rappresentanti dei lavoratori, stabiliscono gli stipendi minimi da erogare e li rendono pubblici. In genere ciò accade ogni gennaio, perché le cifre si adeguano alla variazione degli indici Istat sull’inflazione.
Ma ciò non basta, perché una cosa è assistere una persona, che pur se non autosufficiente, riesce comunque a svolgere alcune delle funzioni più comuni della vita di tutti i giorni, ed un’altra assistere un soggetto magari impossibilitato a deambulare o che non riesce nemmeno ad andare in bagno per esempio.
La contrattazione privata tra datore di lavoro e lavoratore
Il rapporto di lavoro domestico è una delle tipologie contrattuali che offre le minori tutele al lavoratore. Cosa manca dal punto di vista delle tutele al lavoratore domestico? Una domanda che molti si pongono proprio per la diversità che questo rapporto di lavoro presenta rispetto agli altri settori lavorativi.
Il datore di lavoro spesso coincide con l’anziano da assistere che se non autosufficiente altro non è che una specie di prestanome, dal momento che tutti gli adempimenti propri di un datore di lavoro vengono svolti dai familiari dell’anziano che spesso non sono presenti e non figurano in nessuna carta scritta.
Il datore di lavoro non ha particolari obblighi nei confronti del lavoratore, perché non deve trattenere le tasse dallo stipendio e non deve erogare bonus Irpef come lo era il bonus 80 euro di Renzi. In altri termini, non è sostituto di imposta, con la badante che deve fare tutto da sola anche in materia di dichiarazioni fiscali. Inoltre nel lavoro domestico non esistono regole che tutelano il lavoratore per quanto riguarda illegittimi licenziamenti.