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Bastano 35 anni di contributi effettivi per andare in pensione?

Come si può andare in pensione con il vincolo dei 35 anni di contributi effettivi.

Per andare in pensione bisogna valutare tutta la contribuzione che un lavoratore ha. Perché come sempre si dice, per le pensioni sono validi tutti i contributi a qualsiasi titolo versati. Pertanto, buoni i contributi che si versano durante un’attività lavorativa. Ma buoni anche quelli “regalati” dallo Stato, cioè i figurativi durante alcuni periodi di non lavoro. E buoni anche i contributi volontari, quelli da riscatto, da cumulo, da ricongiunzione e così via dicendo. Alcune misure però hanno la necessità di una determinata contribuzione effettiva da lavoro. E quindi, alcuni contributi non valgono, o almeno non sono validi per il diritto ad una prestazione, perché dal punto di vista degli importi sono sempre validi.

Bastano 35 anni di contributi effettivi per andare in pensione?

Chi si chiede se bastano 35 anni di contributi effettivi per andare in pensione forse ha frainteso alcuni passaggi delle normative vigenti. Perché è vero che ci sono misure che hanno nei 35 anni l’età contributiva utile (Opzione Donna e lo scivolo usuranti). Ed è anche vero che ci sono misure che hanno bisogno di una età contributiva inferiore (30 anni per l’Ape sociale, 20 anni per le anticipate contributive). Ma quando si parla di contribuzione effettiva si fa riferimento alla Quota 41 o alle pensioni anticipate ordinarie. Due misure che hanno bisogno di carriere contributive di oltre 40 anni, ma allo stesso tempo necessitano di almeno 35 anni di contributi effettivi.

Ecco cosa capire dei versamenti contributivi

Chi non riesce a completare i 35 anni effettivi di lavoro non va in pensione anche se per esempio raggiunge i 41 anni necessari per la quota 41 dei precoci. Ed in pensione non ci va nemmeno chi completa 42,10 anni di versamenti per le pensioni anticipate ordinarie. Quando si parla di contributi effettivi si fa riferimento all’intero universo dei contributi previdenziali tranne che per due tipologie di figurativi. Parliamo dei figurativi da disoccupazione e dei figurativi da malattia. Contributi perfettamente utili per raggiungere le soglie previste (41 anni o 42,10 anni), ma non per completare il requisito dei 35 effettivi. Un requisito che si può completare coi figurativi da servizio di leva e maternità, da cassa integrazione guadagni, da versamenti volontari, da riscatto o da ricongiunzione, ma non con disoccupazioni e malattie.

Ecco come funziona la pensione senza i 35 anni effettivi da lavoro

Un lavoratore dipendente con 41 anni di contributi esatti, ma con 7 anni di figurativi da disoccupazione e malattia, non andrà in pensione se non lavora un altro anno. In questo caso lui ha completato i 41 anni necessari per la quota 41, ma non i 35 effettivi. L’ultimo anno di lavoro quindi servirà a completare i 35 effettivi, e nel 2025 andrà in pensione con un assegno calcolato su 42 anni di versamenti. Perché per l’importo della misura questi contributi sono validissimi.