Nuovo Bonus bollette luce e gas 2025, ecco i requisiti validi l’anno prossimo Nuovo Bonus bollette luce e gas 2025, ecco i requisiti validi l’anno prossimo

Bollette luce e gas, il cambio di fornitura e le paure delle famiglie, ecco come evitare “fregature”

Addio al mercato tutelato e via al mercato libero, questo quanto hanno trovato le famiglie italiane in questi ultimi anni. Cambiare fornitore sulle bollette di luce e gas è diventata una cosa comune a tante famiglie proprio per via del fatto che praticamente è diventata una cosa obbligatoria.
Naturalmente è vero che i legislatori hanno adottato cautela rimandando e spalmando sempre di più nel tempo questo obbligo. Però è anche vero che statistiche alla mano lo scorso anno sono stati oltre 6 milioni di italiani hanno cambiato fornitore luce e oltre 3 milioni quelli che hanno cambiato fornitore del gas. Ma ancora oggi ci sono famiglie che hanno paura nel cambiamento.

Ecco le paure di chi è restio a cambiare fornitori sulle bollette della luce e del gas

Molti hanno cambiato fornitore di luce e gas nell’ultimo anno. Ma se davvero tra luce e gas sono 9 milioni quelli che hanno cambiato, almeno altri 9 milioni di famiglie e clienti sono restii a cambiare e addirittura hanno paura del cambiamento? Ma quali sarebbero queste paure? Ecco alcune delle più diffuse:

  • la paura di dover pagare un corrispettivo per il cambio di fornitore;
  • il timore di restare senza luce e senza gas per diversi giorni durante le fasi di passaggio da un fornitore all’altro;
  • la paura di finire con il pagare più di prima come tariffe;
  • la paura di incappare in truffe e raggiri.

Tutte paure legittime naturalmente, anche se a dire il vero alcune di esse sono infondate. Il cambio di fornitura per esempio è gratuito a prescindere. Oltretutto è praticamente istantaneo nel senso che non c’è il rischio di restare al buio o senza riscaldamento e le forniture nel passaggio da una compagnia all’altra sono in perfetta continuità. Invece sulle potenziali truffe o sulle tariffe il ragionamento non è sbagliato. Anche perché non tutti sono capaci di capire come funzionano le tariffe, quali voci concorrono a formare il corrispettivo da versare con la bolletta e così via dicendo. Anzi, sono pochissimi quelli che ci capiscono qualcosa. E allora ecco che la paura di chi da anni ha avuto a che fare con un mercato tutelato e adesso è costretto a cambiare, è tanta.

Tariffe di ingresso e cosa succede dopo

Sulle tariffe il discorso da fare è che come sempre accade in un mercato libero, sono i fornitori a decidere cosa offrire al cliente. In genere quando si attiva un nuovo contratto con un nuovo fornitore, quest’ultimo difficilmente dà “fregature” nel senso che difficilmente offre tariffe troppo alte rispetto a quelle che il cliente pagava con il fornitore precedente.
Sarebbe controproducente anche per il fornitore dal momento che alla prima bolletta “salata” il nuovo cliente prende e se ne va, nel senso che cambia immediatamente fornitore.
Ecco quindi che in genere la tariffa offerta al nuovo cliente è vantaggiosa e porta ad un concreto risparmio, almeno inizialmente.
A dire il vero molto cambia da caso a caso e le esperienze singole di ogni famiglia possono essere differenti. Però in linea di massima la strada è questa.

Ecco quando bisogna stare attenti e serve contattare il fornitore

In genere alla sottoscrizione del nuovo contratto la tariffa applicata ha una durata di scadenza. In pratica la tariffa va presa come una “offerta di benvenuto” che porta, nella maggior parte dei casi a un risparmio rispetto alla spesa precedente.
Il problema è che essendo mobili le tariffe applicate da una azienda che opera nel mercato libero, al rinnovo del contratto, con il solito tacito assenso, i fornitori sono liberi di cambiare tariffa, o meglio di applicare la loro tariffa del momento, spesso non solo più alta di quella offerta inizialmente, ma anche molto più alta di quella che chi ha cambiato fornitore, pagava precedentemente. Ed ecco che arrivano i veri salassi che molti lettori ci segnalano.

Ecco un suggerimento da considerare sulle bollette di luce e gas

In genere la tariffa scontata e di favore scade in 12 mesi. Quindi decorso un anno è facile che ci siano famiglie che ricevono veri salassi con le bollette successive. La soluzione sarebbe quella di contattare il fornitore e verificare cosa accade a scadenza dal punto di vista tariffario. In modo tale da verificare la possibilità di applicarne una più bassa. Oppure di cessare il contratto e passare ad un nuovo fornitore.
Il pericolo è ritardare questa operazione che secondo noi andrebbe fatta almeno 2 mesi prima della scadenza del piano tariffario. Infatti se consideriamo che epr esempio la bolletta della luce è bimestrale, quando ci si rende conto di essere passati ad una tariffa elevata è troppo tardi. Prima di tutto perché ci si rende conto di tutto questo quando la bolletta effettivamente arriva. Ma quest’ultima facendo riferimento ai due mesi precedenti quelli in cui la bolletta arriva, impone non solo di versare il corrispettivo di quella bolletta, ma anche di dover pagare la tariffa più alta anche con la successiva, essendo consumi già confermati e che dureranno fino al cambio di fornitura.