La legge di Bilancio 2022 ha portato delle enormi novità in ambito di tassazione sul lavoro, detrazioni e anche sul trattamento integrativo che la maggior parte dei lavoratori conosce come bonus Renzi o più semplicemente come bonus 100 euro in busta paga.
Per quel che riguarda la riforma dell’IRPEF gli scaglioni di reddito sono stati rimodulati e ridotti dai vecchi 5 agli attuali 4 con altrettante aliquote IRPEF.
I nuovi scaglioni e le nuove aliquote IRPEF
Come abbiamo detto cambia l’IRPEF e vengono rimodulati gli scaglioni e le aliquote.
- Per chi ha redditi fino a 15mila euro resta l’aliquota del 23%
- per redditi da 15mila a 28mila euro l’aliquota diventa del 25%
- per redditi da 28mila a 50mila l’aliquota diventa del 35%
- per redditi superiori ai 50mila euro l’aliquota è del 43%.
Bonus 100 euro, cosa cambia?
Ma le novità riguardano anche il bonus da 100 euro in busta paga, il cosiddetto trattamento integrativo che va ad abbattere l’IRPEF aumentando, di fatto, l’importo della busta paga.
Se fino al 31 dicembre 2021 il bonus veniva riconosciuto in forma intera fino a 28mila euro di reddito complessivo ed in forma ridotta dai 28mila ai 40mila euro, nel 2022 le cose cambiano e la platea dei beneficiari va ad assottigliarsi.
Il bonus, infatti, spetterà solo per redditi fino a 15mila euro a patto che l’imposta dovuta sia superiore alla detrazione da lavoro dipendente (di fatto, quindi, restano fuori dalla fruizione gli incapienti).
Per chi, invece, ha un reddito da lavoro compreso tra i 15mila ed i 28mila euro il bonus spetta ma solo a determinate condizioni. E’ necessario, infatti, che le detrazioni spettanti (ottenute sommando detrazioni da lavoro dipendente, detrazioni per carichi di famiglia, per mutuo, per eventuali ristrutturazioni, ecobonus, mobile ecc…) siano superiori all’imposta lorda. Ed in questo caso l’importo spettante è dato dalla differenza tra detrazioni ed imposta nel limite massimo dei 1200 euro l’anno.
Questo significa che tutti coloro che hanno un reddito superiore a 15mila euro ma inferiore a 28mila euro non sapranno, fino alla prossima dichiarazione dei redditi, se avranno diritto o meno al bonus ed in che misura potrebbe spettare.
La scelta da compiere nell’immediato è, quindi tra:
- ricevere comunque il bonus di 100 euro in busta paga, correndo il rischio, poi, di doverlo restituire in sede di 730
- chiedere al datore di lavoro di corrisponderlo solo in sede di conguaglio a dicembre (ma anche in questo caso si corre il rischio di doverlo restituire)
- scegliere la non applicazione del bonus attendendo, quindi, la dichiarazione dei redditi e prenderlo, se spetta, in quella sede in un’unica soluzione.