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Bonus acqua, ultima chiamata, il 2024 ultimo anno

Da febbraio via alle nuove domande per il bonus acqua potabile.

Ultima chiamata per il bonus acqua potabile. Infatti i contribuenti italiani interessati a questa agevolazione fiscale potranno presentare domanda a partire dal primo febbraio e fino alla fine dello stesso mese. Parliamo di un bonus nato col duplice obiettivo di favorire le famiglie italiane meno abbienti e di risolvere o cercare di risolvere la questione dello spreco idrico.

Bonus acqua, ultima chiamata, il 2024 ultimo anno

La misura si rivolge a soggetti che vogliono dotarsi di sistemi di miglioramento delle acque nelle abitazioni. Una soluzione come dicevamo, anche per le questioni ambientali ed ecologiche e quindi per limitare lo spreco di acqua. Questo bonus è stato via via ridotto ed è arrivato all’ultimo anno di funzionamento, perché il governo non lo ha rinnovato nella legge di Bilancio. Le dotazioni 2023 che erano pari a un milione di euro per il 2023, per quest’anno sono diventate pari a 500.000 euro. Resta il fatto comunque che ci saranno contribuenti che potranno ancora beneficiare di questa agevolazione. E adesso vedremo come fare.

Il bonus acqua potabile 2024

Montare in casa sistemi di filtraggio dell’acqua o di mineralizzazione delle stessa acqua, questo è ciò che il bonus consente di fare offrendo una detrazione del 50% della spesa sostenuta. Il bonus acqua potabile è arrivato all’ultima chiamata perché la legge di bilancio appena completata dal governo meloni, non ha confermato il beneficio. Quindi solo per l’anno 2024 chi si trova nelle condizioni utili dell’accesso del bonus potrà ancora presentare domanda e come dicevamo, godere della detrazione spettante. Le istanze partiranno dal primo febbraio e scadranno il 29 febbraio. Per la domanda bisogna rifarsi al modello prestabilito sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Lo stesso modello deve essere compilato ed inviato insieme alla fattura elettronica del pagamento. La spesa massima su cui godere della detrazione per i privati è di 1.000 euro ad immobile, mentre per le attività autonome fino a 5.000 euro.