Anche nel 2021 è previsto l’indennizzo dei commercianti che chiudono l’attività anche, se dal 2022 i contributi dovuti dagli iscritti alla Gestione saliranno al 24,48%.
A prevederlo un passaggio della Legge di Bilancio che, in questo modo, farà riprendere l’erogazione dell’indennizzo sospeso nel 2019 per mancanza di risorse.
L’indennizzo, quindi, riprenderà per tutte le domande pervenute dopo il 30 11 2019, che sono rimaste bloccate per mancanza di coperture.
Con l’approvazione della prossima legge di Bilancio, quindi, riprenderà l’accoglimento delle domanda presentata dalla fine del 2019 e rimaste in sospeso.
Indennizzo commercianti, in cosa consiste?
Ricordiamo un poco come funziona la misura che dovrebbe accompagnare i commercianti che chiudono la propria attività alla pensione.
Si tratta di un indennizzo mensile di circa 513 euro al mese che viene corrisposto al commercianti che chiudono la propria attività. Previsto per la prima volta nel 1996, è stato poi prorogato di anno in anno fino a quando con la legge finanziaria 2019 (legge 145 del 30 dicembre 2018) non è stato stabilizzato ed esteso anche a coloro che hanno cessato l’attività a partire dal 1 gennaio 2017.
Chi sono i titolari dell’indennizzo?
1) i titolari o coadiutori di attività commerciale al minuto in sede fissa, anche abbinata ad attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande;
2) i titolari o coadiutori di attività commerciale su aree pubbliche;
3) gli esercenti attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande;
4) gli agenti e rappresentanti di commercio.
Possono accedere all’indennizzo tutti coloro che hanno cessato la propria attività a partire dal 1 gennaio 2017 a patto di possedere i seguenti requisiti:
- aver compiuto 62 anni per gli uomini ed i 57 anni se donne
- essere iscritto alla Gestione speciale commercianti dell’INPS da almeno 5 anni
- aver cessato definitivamente l’attività commerciale
Per conoscere i requisiti 2021 invitiamo alla lettura di: